“Con questa mozione di sfiducia non cerchiamo un nemico da insultare. Credo che immaginare questa giornata come l’ultimo atto di uno scontro tra fazioni sia l’errore più grande che si possa commettere e un imperdonabile spreco dell’ultima opportunità”. Queste le parole del consigliere di opposizione Antonio Taurelli in consiglio comunale a Nettuno, sulla proposta di sfiducia al Sindaco.
“Oggi, infatti – ha poi aggiunto – è l’ultima occasione per dimostrare ai cittadini che nelle istituzioni esistono meccanismi salvavita, che le istituzioni hanno degli anticorpi che si attivano quando il baratro è vicino e che proteggono il nucleo duro del nostro vivere in società.
La mozioni si fonda su motivi eminentemente politici. Lei ha chiesto i voti per fare il sindaco, ma penso che non lo abbia fatto. E non lo ha fatto perché il sindaco prima di governare una città dovrebbe saper governare la sua squadra, cosa che all’evidenza non è mai accaduta. Ma, d’altronde, non poteva avvenire per un motivo semplice: perché una squadra è tale se è avvinta dal perseguimento di un’idea, di un sogno di città e non solo dal desiderio di occupare posti. Quello è un comitato di potere e questo siete stati in questi tre anni. È stato difficilissimo fare un’opposizione politica perché è difficile opporsi alla totale assenza di contenuti.
L’atto di oggi però non vuole significare solo sfiducia al vertice. Con questo voto intendo anche sfiduciare una giunta e una classe politica di maggioranza che non è all’altezza del suo ruolo. Avete avuto in mano il destino di questa città e non l’avete portata da nessuna parte. La politica da questo punto di vista è un sport strano perché prima si vince e poi si dimostra il proprio valore. Non c’è stato proprio il valore, la qualità: è mancato tutto.
È giunto il tempo di innescare una riflessione sul perché questa città nel voto non riesce ad esprimere il meglio di sé. Questa città è piena di cervelli, di talenti e di storie bellissime. Mi hanno impressionato quei due ragazzi che sono andati in Ucraina con un pulmino per prendere profughi, una di loro è una ragazza di Nettuno. Questa città ha sfornato incredibili talenti, penso a Piccioli: la mente geniale di Valentino. Ma penso anche ai miei tanti compagni di liceo che oggi sono a Parigi e a Londra a fare ricerca nelle università più prestigiose con la forza del loro sacrificio. E poi però questa Città elegge persone in consiglio comunale che, salve qualche eccezione anche in maggioranza, non sanno neanche cosa dire perché non si leggono neanche i punti all’ordine del giorno prima di arrivare in aula. Abbiamo dei rappresentanti di gran lunga peggiori della città che rappresentano e dobbiamo chiederci il perché.
Voi, colleghi di maggioranza ritengo che siete responsabili della morte della politica in questa città, perché la politica muore quando il consiglio comunale viene utilizzato come organo di ratifica di decisioni assunte altrove, la politica muore quando la massima ambizione di un gruppo politico non è far passare un’idea, cambiare le sorti di una comunità, ma reclamare un assessorato, un posto. Avete fatto venire Salvini e dopo qualche mese la lega per mitosi cellulare si è spacchettata in piccoli gruppi. Perché c’erano tante idee diverse? No. Perchè c’erano tante ambizioni diverse.
Oggi venite solo difendere voi stessi e mai le idee. Perché semplicemente non ci sono state. In tre anni la qualità di vita dei cittadini di Nettuno non si è estesa di un centimetro. Non c’è più verde, non c’è più cultura, non sono ritornati giovani che erano partiti, non c’è più trasparenza, non ci sono più infrastrutture di quante già non ce ne fossero prima. Avete mandato avanti qualche progetto già incardinato e lo avete fatto anche male.
Avete impantanato questa città in un limbo impastato di rissa interna e immobilismo. Quanto al discorso delle presunte infiltrazioni, su un dato dobbiamo fare chiarezza: distinguere le responsabilità penale da quella politica. Qui la responsabilità penale non c’entra nulla e niente sarebbe tanto riprovevole quanto basare la sfiducia su un sospetto. Ho dedicato la mia vita e i miei studi al diritto e non potrei abbandonare quei principi che mi hanno ispirato per incassare un vantaggio politico d’occasione. Qui c’è un dato certo che non è il condizionamento (che vedremo se sarà appurato) ma il contatto. Il contatto anche se non penalmente rilevante è politicamente insostenibile e va spezzato e chiarito. E rispetto a queste storie non ho sentito una parola di chiarimento. E questo silenzio forse è la cosa più grave perché quando un politico è investito da un sospetto deve parlare a viso aperto, come è capitato a me in questi giorni che, per un fatto gravissimo che ha riguardato un mio familiare, ho dato immediatamente spiegazioni. Mi sono sottoposto alle persone (seppure con la morte nel cuore) perché al dolore deve prevalere il dovere pubblico. Su altre questioni invece ho sentito solo silenzio. Credo che responsabilità oggi significhi rimettersi al giudizio dei cittadini che in questi anni avete considerato alla stregua di ospiti indesiderati della democrazia. I cittadini sono il senso del nostro ruolo, il rapporto con il loro giudizio è il cuore della democrazia e ve ne siete dimenticati troppo spesso e non li avete voluti neanche in aula oggi.
Voto la sfiducia perché sogno un destino diverso per questa città, da quello a cui sembra condannata in questi giorni.
Serve dimostrare che, nella politica, c’è qualcosa di più importante della mera conservazione del potere. La politica oggi – ha concluso Taurelli – richiede dei sacrifici anche semplicemente in via preventiva, perché la storia di questa città, il destino di questa comunità, è qualcosa di più grande di ciascuno di noi e di tutti noi messi insieme”.