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Il consigliere di Nettuno Rognoni: “La mafia non può stare solo a destra”

“Mamma mi ha fatto un inguaribile romantico, credo nella giustizia, fortissimamente. Siedo su questi banchi perché ci credo e amo fortissimamente la mia città”. Questo l’esordio in consiglio comunale del consigliere di maggioranza Massimiliano Rognoni, che ha difeso a spada tratta l’operato della maggioranza.
“Oggi in quest’aula mi sarei aspettato tutt’altro – ha aggiunto – mi sarei aspettato sia dalla maggioranza che dall’opposizione un rispedire al mittente queste accuse infamanti, queste illazioni e invece mi trovo davanti un gruppo di avvoltoi pronti a saltare sulla carcassa di questa amministrazione. Tentate di mandarci a casa perché non siamo capaci, non per accuse infamanti. E’ la città che non lo merita, non Massimiliano Rognoni o il Sindaco Coppola. Non lo merita Nettuno. Non lo meritano tutte quelle persone che la mattina si alzano e vanno a lavorare compresi noi. Non meritiamo tutto ciò. Vorrei fare un ragionamento. Se questa è una città malata, se questa è una città che ha un tumore che si chiama mafia o ‘Ndrangheta mi spiegate perché sempre dalla parte del centrodestra ci deve essere questa malattia, perché queste metastasi ci sono solo dalla nostra parte. E allora mi aspetto da ognuno di voi di mettere in piedi quegli anticorpi di cui dicevate, tutti insieme dobbiamo difendere la città da queste accuse infamante. Una volta per tutte il negativo non può essere sempre solo da una parte. Mi ricordo di Amministrazioni precedenti a questa che hanno fatto il bello e il cattivo tempo e non è successo assolutamente nulla. Siamo litigiosi, si, questo si. Ma da qua a mafiosi ci passa un treno. Io sono felice che sia venuta la commissione d’accesso, contrariamente a quello che pensano tutti, io sono felice perché almeno si fa chiarezza e si va avanti petto in fuori e si fa vedere che Nettuno non è quello che viene dipinto dai giorni. E mi aspetto da voi per primi – ha aggiunto rivolto all’opposizione – che ci aiutate a fare questi anticorpi, che non ci lasciate da soli. E invece no. E’ più facile Sindaco, aggredirti qui, morderti, dire che sei mafioso. Perché purtroppo Sindaco, quando vinciamo noi, per dirlo con un gergo calcistico, ci bucano il pallone. Lasciateci dimostrare quello che vogliamo fare per la città”. Poi rivolto a Mancini, che rideva del suo intervento. “Mancini si faccia la residenza a Nettuno, lei non sa neanche che cosa è Nettuno. Con la sua divisa si erge a paladino della giustizia e non conosce questa città. Colpisce perché lei arriva e va da altre parti. Noi qui ci abbiamo vissuto, ci abbiamo sofferto. Mio nonno ha subito la fame, mio padre ha subito la guerra in questa città. Lei che ne sa, basta che sporca, basta che schifa, getta su questa città un’ombra e non è tollerabile. Cito Borsellino, chi ha paura muore ogni giorno chi non ha paura muore una volta sola. Io non ho paura di andare avanti per dimostrare che siamo puliti. Ero in consiglio anche l’ultima volta. Ho subito passivamente il commissariamento, oggi voglio combattere per dimostrare la nostra estraneità”.