L’Università Agraria di Nettuno, in persona del Presidente e del Consiglio tutto, stigmatizza e prende le distanze formali da ogni tentativo, da ultimo avanzato da un presunto e non identificato comitato di Utenti e sedicenti esperti, di manipolazione dell’opinione pubblica ed in particolare degli utenti stessi al solo scopo di ingenerare infondati dubbi di cattiva gestione del patrimonio collettivo sulla scorta di teorie astruse e per di più illegittime.
E’ apparsa sui giornali locali e lungo le strade della città la convocazione di due incontri volti ad evidenziare le pretese inefficienze dell’amministrazione corrente e organizzare, il secondo, un’assurda azione legale contro il Nuovo Statuto e la gestione confondendo l’utenza con l’idea che una simile prospettiva sia perseguibile oltre che ammissibile.
Questa amministrazione ha affrontato la restaurazione di un Ente che, alla data di insediamento di questo Consiglio, era prossimo alla chiusura: affogato da una spesa corrente abnorme e sostanzialmente ingiustificata, da incarichi legali stellari per cause sempre perse, dalla continua e progressiva dispersione di fondi per mera inefficienza amministrativa legata, per la gran parte, ad una gestione disordinata ed opportunistica dei canoni.
Centinaia di utenti morosi, domande di alienazione non gestite, affrancazioni duplicate o non stipulate; un territorio demaniale afflitto dall’edificazione abusiva, non gestito al punto da aver determinato provvedimenti sanzionatori a carico della Università Agraria, evitabili con l’ordinaria e responsabile amministrazione prima di trasformarsi in decine di cartelle di pagamento a carico del patrimonio e degli ultimi bilanci.
La tanto contestata rivalutazione dei canoni di natura imposta dalla legge e per oltre trenta anni illegittimamente ignorata dalle precedenti amministrazioni, con danno erariale perseguibile, ancora una volta, dalla giustizia contabile, prossima ad essere nuovamente investita per gli opportuni accertamenti di responsabilità.
I danni prodotti a questo Ente secolare dagli amministratori condannati in sede penale e contabile superano i 500.000,00, in parte recuperati, in parte lasciati inevasi per inerzia di chi avrebbe dovuto procedere al recupero.
Questa amministrazione, congiuntamente alla definizione di tante posizioni sin qui sinteticamente ripercorse, ha definito il Piano di Assestamento e gestione forestale, costato a questo Ente, nelle precedenti gestioni, oltre €100.000,00 senza risultato, ha ottenuto il progetto di messa in sicurezza del bosco, la bonifica e ristrutturazione di tante aree di competenza di questo Ente dimenticate da decenni e divenute ricovero di immondizia e rifiuti speciali.
Siamo passati da un bilancio allo stremo delle forze, come denunciato dal Commissario Germano Caperna prima di questa legislatura ad un bilancio sano e in ottima salute, essendo stati recuperati tanti indebiti arricchimenti delle precedenti amministrazioni e riportati al patrimonio collettivo tanti terreni che potranno, secondo le disposizioni di legge, essere presto ridistribuiti tra l’utenza.
Chi tuona oggi contro le presunte incapacità di questa amministrazione, chi non conosce o non capisce lo stato dell’arte, la materia o chi parla al solo scopo di tentare, come un tempo, di piegare questo Ente alla volontà o al favore di pochi a danno della collettività. E nel fare questo, oggi si affida, addirittura, a figure equivoche per avallare scellerate teorie di amministrazione o impugnazione inesistenti ignorando che queste stesse figure, nei propri ambiti di operatività hanno gestito l’amministrazione degli Ente che rappresentano o i propri affari privati in maniera opposta ai consigli che danno, al solo e bieco scopo di protagonismo e propaganda elettorale.
La trasformazione dell’Università Agraria e del suo Statuto avvenuta in perfetta conformità al dettato normativo e secondo uno schema volto ad efficientare l’amministrazione e consentire a questo Ente una migliore e più produttiva attività, lo statuto è stato pensato al fine di consentire l’accesso a finanziamenti e proposte di collaborazione per la crescita e la valorizzazione del patrimonio anche mediante la partecipazione diretta della collettività, diversamente ed in maniera più approfondita e strutturata di modelli vuoti ed impersonali che girano tra altre realtà e che hanno dimostrato la loro totale inadeguatezza applicativa ed operativa.
Nessuno, men che meno i consiglieri di minoranza che hanno manifestato contrarietà ad alcune decisioni assunte dal Consiglio, hanno impugnato le relative delibere nei modi e tempi consentiti dalla legge, oggi spirati, con la conseguenza di dover desumere, da questa improvvisa manifestazione di interesse plateale, la mera opportunità elettorale vuota, faziosa e del tutto prima di consistenza.
Questa amministrazione ha restituito all’Università Agraria la dignità che merita, preparandola per un futuro ancora migliore, insieme alla collettività nettunese, per la tutela del patrimonio dei nettunesi, la scoperta di antichi valori, come ente esponenziale di una profonda e importante tradizione che per troppi anni e da tante parti è stata mortificata.
Il Presidente, la Deputazione Agraria e i Consiglieri di maggioranza