Dopo 78 anni lo Sbarco di Anzio fa ancora discutere gli storici. Nuovi reperti, lettere e documenti permettono agli studiosi dell’argomento di scoprire nuovi significativi dettagli sulle tensioni e le strategie della Seconda Guerra Mondiale.
L’Italia spaccata in due dalla Linea Gustav che passava da Cassino, vedeva scontrarsi le Forze Alleate contro le Forze dell’Asse Nazifascista.
Era il 26 dicembre del 1943 quando Wiston Chirchill, primo ministro della Gran Bretagna, ormai asserragliata da 4 anni di guerra e in preparazione per lo sbarco di Anzio, scrisse la lettera al suo Capo di Stato Maggiore.
“Il successo ad Anzio dipende dalla forza dello sbarco iniziale – scrisse il primo ministro Churchill – (L’attacco) dovrebbe essere decisivo, poiché interrompe le comunicazioni di tutte le forze nemiche che affrontano la Quinta Armata. Il nemico deve quindi annientare lo sbarco per ritirata dal fronte della V Armata o ritirarsi immediatamente”.
Da quella lettera sono passati esattamente 78 anni, ma ancora oggi lascia trasparire la tensione per un’operazione militare decisiva a portare a termine una guerra che aveva già mietuto milioni di vittime.
Churchill non poteva sapere che lo sbarco di Anzio avrebbe portato a lunghi mesi di sanguinose battaglie sul litorale romano, ma sarebbe poi passato comunque alla storia come una mossa decisiva per la liberazione di Roma.