Nei giorni scorsi abbiamo raccontati sulle nostre pagine dei disagi tra condomini e genitori che accompagnano i figli nella scuola Emanuela Loi a Nettuno. Il Dirigente Scolastico dell’Istituto Tecnico, Gennaro Bosso, in un’intervista ci racconta quali sono le soluzioni che si stanno mettendo in campo per risolvere le criticità che si sono verificate, soluzioni maturate anche a seguito di un confronto con i condomini.
Il Dirigente scolastico Bosso, persona pronta al dialogo, visionaria ma non priva di robusta concretezza, ha proposto una serie di idee per creare un’alleanza tra scuola e città.
L’Istituto Tecnico Emanuela Loi, oggi, è una scuola in crescita sotto la direzione di un Preside che guarda al futuro, anche per questo, gli alunni in prima persona sono pronti a dare il loro contributo per migliorare le condizioni di vita nella scuola dando il loro contributo.
Quali sono stati i primi obbiettivi una volta diventato Dirigente scolastico? Ormai è al terzo anno alla Direzione dell’Istituto Loi, cosa è cambiato in questo percorso?
“Sono arrivato in questa scuola nel settembre del 2019 – risponde Gennaro Bosso – ed il primo atto che ho sottoscritto è stata la determina per stipulare il contratto con una cooperativa di assistenti specialistici e fare in modo che gli alunni diversamente abili potessero essere presenti a scuola fin dal primo giorno accompagnati dai pulmini richiesti al Comune di Nettuno. Questo è stata una prima novità che ho voluto portare perché negli anni passati gli studenti disabili erano costretti ad aspettare qualche settimana prima che il servizio a loro dedicato entrasse in funzione. Un altro rinnovamento che ho sentito la necessità di portare in questa scuola è stato di natura simbolica, mettendo in evidenza la scritta “Istituto Tecnico Emanuela Loi”. Scritta che si presentava, all’ingresso del plesso, grigio, invece ho voluto far tinteggiare il frontale di azzurro, il colore del cielo e di giallo.
Bisogna premettere che la scuola era ben organizzata, però era in carenza di iscritti tanto da rischiare il sottodimensionamento e di conseguenza l’accorpamento con altri istituti. La scuola aveva circa 600 alunni e in questi due anni ho lavorato per incrementare l’offerta formativa, cercando di capire quali fossero le esigenze del territorio e quali opportunità potesse avere un Istituto come la Loi a Nettuno.
Il plesso di via Loi, ha la fortuna di vantare una palestra molto grande e attrezzata, questa è un’opportunità che si sposa perfettamente con le numerose società sportive sul territorio, da qui l’idea di mettere in atto una flessibilità didattica sull’autonomia, che ogni scuola ha di incrementare del 20% l’orario scolastico, creando la curvatura sportiva del corso di finanza e marketing. L’obbiettivo è creare quelli che saranno i manager delle imprese sportive del futuro, oggi questi ragazzi vengono formati a partire dallo sport per avere competenze giuridiche.
Altri corsi di cui tengo a parlare riguardano i sistemi informativi e aziendali, relazioni internazionali per il marketing, il turistico, grafica e comunicazione e il corso di costruzione ambiente e territorio (Cat). Tutti corsi che hanno avuto un aumento di iscrizioni negli ultimi anni, che hanno permesso al nostro Istituto di passare da 600 a 850 alunni”.
Qual è la rilevanza dell’Istituto Loi, con la sua offerta formativa, sul territorio? Questa scuola si sta fondendo con le necessità della città di Nettuno?
“Una mia impressione di Nettuno è stata quella di vedere un territorio che ha tante opportunità di crescita, ma ha poco stimolo all’imprenditorialità per cui abbiamo voluto spingere la nostra offerta formativa per sviluppare le competenze imprenditoriali, che è una delle 8 competenze chiave di cittadinanza, e fare in modo che i ragazzi diventino imprenditori di se stessi e capaci di sviluppare competentemente il territorio attraverso le loro idee e il loro contributo. Ad oggi, la scuola ha bisogno di aggiornarsi e noi abbiamo voluto offrire ai nostri giovani la possibilità di sviluppare delle capacità di tipo gestionale e manageriale. Questo è il contributo che l’Istituto Loi vuole dare alla città di Nettuno e su questa linea sono stati proposti e messi in atto alcuni progetti per presentarsi ai nettunesi come polo tecnico per il management, tanto è vero che in questi anni si è avviata ed è cresciuta un’interlocuzione con l’Università La Sapienza, polo di Economia a Latina per realizzare una scuola di formazione per il business e management con seminari per formare gli alunni, ma anche i docenti, sulla scelta universitaria così che i ragazzi fin da subito possano avvicinarsi all’Università e scegliere di continuare gli studi. L’Istituto Tecnico non deve perdere la qualità dell’offerta formativa, agganciandosi all’Università, e offrire un polo sul territorio economico con indirizzo manageriale e imprenditoriale che permetta ai ragazzi di offrire le loro competenze.
Soprattutto i ragazzi del triennio stanno lavorando ai Percorsi per le competenze trasversali ed orientamento (Pcto): gli alunni hanno a disposizione varie convenzioni con le imprese sul territorio e nel corso dell’anno scolastico faranno 50 ore tra seminari con il polo universitario di Latina ed esperienze sul campo di management e business.
Il progetto con l’Università La Sapienza seguirà varie ramificazioni: se da una parte saranno gli studenti il primo oggetto di interesse, dall’altra questa collaborazione servirà anche alla formazione dei docenti che attraverso i seminari saranno più a contatto i Ricercatori universitari. Da qui il compito dei nostri insegnanti di tradurre in un linguaggio comprensibile ai nostri studenti quelle che sono i termini di ricerca universitaria e portare una formazione universitaria ad una scuola superiore.
Ci auguriamo, io ed il corpo docente della Loi, di poter portare l’Istituto ad essere un contenitore all’avanguardia della ricerca universitaria dove svolgere seminari e master che possano formare al meglio i nostri giovani.
Un ulteriore contributo al territorio viene dato dagli studenti del Cat che con il progetto “Guardiani della costa” si occupano della gestione e della tutela ambientale e sostenibile del litorale tra Capo d’Anzio e Torre Astura valorizzando e monitorando questo tratto di costa laziale.
La questione ambientale ci sta molto a cuore, tant’è che non ci limitiamo solo a questo progetto che interessa il tratto di costa, ma abbiamo inoltre incentivato i corsi legati all’Istituto Tecnico-Economico e approfondito il corso di Grafica e Comunicazione che monitorano il territorio con lavori audio-visivi completi di interviste, riprese e immagini che valorizzano Nettuno e il suo mare.
Io personalmente, vicino a questo interesse dei ragazzi, grazie alle risorse in arrivo dalla Città Metropolitana, ho disposto l’acquisto di materiale tecnologico per ampliare il nostro laboratorio di grafica con nuovi computer, macchine fotografiche, droni e stampanti all’avanguardia.
Nella nostra offerta formativa abbiamo dato un’identità forte su 6 punti fondamentali: Sport; Attività culturali, come teatro e musica; Area di innovazione digitale, Abbiamo adoperato sistemi informativi aziendali per preparare i nostri studenti a lavorati con specifici dati utilizzati nel mondo del lavoro; l’ambiente e l’eco-sostenibilità; Ovviamente la legalità, alla quale prestiamo particolarmente attenzione, siamo un Istituto che tiene molto al suo nome “Emanuela Loi”, vittima della strage di via D’Amelio; Un altro punto fondamentale della nostra identità scolastica è l’e-tweening, il gemellaggio elettronico europeo. Ormai da diverso tempo siamo un polo internazionalizzato, costantemente collegati con diverse scuole in Europa tanto da diventare un polo di collegamento tra studenti. Il gemellaggio ha permesso agli alunni di fare più pratica con le lingue straniere così la Loi può vantare di avere una conoscenza delle lingue straniere più alta della media regionale”.
L’offerta didattica dell’Istituto è solo teorica? Gli studenti mettono anche in pratica autonomamente quello che studiano?
“Sì assolutamente. Abbiamo concretizzato il nostro impegno con l’ambiente anche con un progetto di segnaletica nell’area del Poligono di Nettuno, dove i nostri ragazzi hanno costruito e disposto la nuova segnaletica fatta con materiali ecologici, legno per intenderci. I ragazzi hanno lavorato sul campo per migliorare la viabilità e allestire la segnaletica all’interno del percorso all’interno del Poligono per arrivare a Torre Astura.
Il progetto, però, per le restrizioni legate alle pandemia Covid, non è potuto essere portato a termine, ma i materiali e la segnaletica sono già tutta pronti e gli studenti sono vogliosi di terminare questo lavoro iniziato.
I ragazzi dell’indirizzo turistico, invece, stanno lavorando ad un progetto per predisporre la gestione innovativa dell’arte, quindi presentare l’arte del nostro territorio attraverso mezzi innovativi e informatici.
Un nuovo progetto è già sul tavolo del Sindaco Coppola per intervenire sul laghetto Granieri di Nettuno. La scuola è pronta, specialmente i ragazzi del Cat, per dare il loro contributo alla manutenzione del laghetto con materiali eco-sostenibili.
Tengo a sottolineare che questi progetti devono permettere ai nostri giovani di imparare a gestire, autogestirsi e soprattutto avere una competenza imprenditoriale”.
Gli studenti come stanno rispondendo a questa offerta formativa? Si stanno calando nel ruolo di piccoli imprenditori?
“Questo è il mio 35simo anno di scuola, mi ritengo un uomo di scuola e penso di conoscere abbastanza i ragazzi e gli adolescenti. Dalla mia esperienza posso dire che la risposta è molto positiva, i ragazzi hanno bisogno di sentire e di capire che stanno facendo qualcosa di qualificante.
Grazie alla stretta collaborazione con l’Università La Sapienza, la scuola superiore può mettere gli studenti in condizione sia di acquisire le competenze per prendere la strada del lavoro dopo il diploma sia di avere le nozioni necessarie per intraprendere la carriera universitaria.
Il territorio ha bisogno di spingere i ragazzi a continuare gli studi. La scuola ha questo ruolo importante: Dire ai ragazzi di continuare gli studi e dare il loro contributo culturale al territorio.
Gli studenti eccellenti devono essere valorizzati e hanno tutto il diritto di avere una buona formazione superiore per poter continuare la loro istruzione ad alti livelli, per questo bisogna fargli capire che anche un Istituto Tecnico può dare competenze forti per completare gli studi universitari”.
Per quanto riguarda la didattica curricolare quali novità sono state portate?
“Una delle prime cose che sono state cambiate è stata la rimozione della ‘pausa didattica’, una, ormai tradizione scolastica, che consiste nell’interrompere la spiegazione del programma scolastico, nel periodo subito dopo la fine del primo quadrimestre, dove ai ragazzi che devono recuperare una media bassa viene dedicato più tempo con interrogazioni e verifiche, mentre gli altri sono didatticamente fermi.
Per sopperire un periodo di “vuoto”, con il corpo docente è stato deciso di trasformare la ‘pausa didattica’ in ‘didattica laboratoriale per le competenze’, così i ragazzi possono recuperare i loro voti dimostrando il laboratorio di aver acquisito le conoscenze richieste. Si è passati dal metodo deduttivo a quello induttivo: Il passaggio è stato dalla spiegazione teorica di un argomento alla sua applicazione in laboratorio, nel pratico. Con questo metodo didattico riusciamo ad andare in contro i ragazzi che hanno bisogno di recupero e potenziare le competenze di chi ha buoni voti.
Inoltre quest’anno è stato costituito un gruppo di miglioramento scolastico, formato da docenti di ogni disciplina e funzioni strumentali che collaborano a stretto contatto con un Referente per l’innovazione didattica. Insieme hanno il compito della progettazione e innovazione didattica dell’Istituto Loi.
Con l’inserimento tra le materie dell’Educazione Civica, che è una materia interdisciplinare, è stata un’occasione per mettere in pratica la Didattica per Competenze che viene realizzata con le Unità di Apprendimento (Uda) interdisciplinari, che monitoriamo nelle classi prime.
Le Uda ci hanno permesso di assecondare gli interessi dei ragazzi perché sono stati loro stessi a decidere gli argomenti da approfondire”.
L’istituto “Loi” sta riuscendo a far fronte al crescente numero di iscritti?
“Sì, l’Istituto sta crescendo sotto diversi punti di vista: Crescono gli iscritti, da 600 a 850 circa alunni; stiamo crescendo nella qualità della didattica, della progettazione e dell’offerta formativa, ma stiamo crescendo anche negli spazi. L’ente Città Metropolitana di Roma, dovrebbe costruire, nel plesso Loi, dieci nuove aule. Nonostante il periodo di pandemia stiamo riuscendo a potenziare i laboratori, come quello informatico, il laboratorio di grafica e nel giardino stiamo anche predisponendo una serra come laboratorio di botanica in convenzione con un’associazione del territorio per i ragazzi diversamente abili, infatti la nostra scuola sta lavorando per essere una scuola più inclusiva che abbia delle offerte didattiche e formative anche per gli alunni disabili.
Per questo aumento degli iscritti, abbiamo dovuto rinunciare all’aula magna dell’Istituto Loi per ottenere ulteriori tre classi. Siamo in crescita e abbiamo bisogno di più classi”.
Nonostante l’elevato numero di alunni gli studenti sono controllati?
“Noi offriamo una qualità didattica che vogliamo continuare a far crescere. La scelta dei ragazzi di iscriversi è qualcosa che ci sprona a migliorarci e i genitori sanno che i ragazzi alla Loi sono molto curati e controllati. I genitori vengono avvertiti continuamente dell’andamento scolastico dei loro figli. Le famiglie, a cui l’amministrazione scolastica è costantemente connessa, vengono allertate se i loro figli non vengono a scuola.
Anche sui controlli sono stati fatti degli interventi a favore dei minori e dell’ ‘emergenza adolescenza’.
La scuola, internamente, ha avviato un progetto chiamato ‘Deep.and.movida’, un’iniziativa legata alle dipendenze in cui ai ragazzi spetta il compito di raccogliere informazioni e analizzare gli aspetti della movida sul territorio tra Anzio e Nettuno in modo da mettere in evidenza quelli che sono le dipendenze di cui sono vittime i ragazzi, come alcolismo e droghe. Gli studenti sono scesi direttamente sul campo facendo interviste e raccogliendo materiale informativo. Purtroppo gli adolescenti hanno una forte fragilità rispetto alla resilienza, tale fragilità sfocia nell’aggressività o nella remissione e questo è un aspetto che la scuola non può trascurare. Il nostro compito come insegnanti è quello di educare ad un linguaggio assertivo che permetta ai giovani di essere resilienti.
Il lavoro di deep.and.movida è parallelo ad un lavoro didattico perché i nostri studenti si sono cimentati nella ricerca storica per scoprire qual era la movida di altre epoche storiche. Il frutto di questo lungo percorso sarà un libro di storia della movida scritto proprio dai nostri alunni delle classi seconde.
Inoltre la scuola ha aderito al progetto ‘Scuole sicure’ per monitorare all’esterno della scuola eventuali movimenti legati allo spaccio e all’uso di sostante stupefacenti, quindi un maggior controllo avverrà proprio nella via Emanuela Loi stessa, andando anche a favore dei condomini.
Presto verranno installate delle telecamere di sicurezza per monitorare eventuali azioni illecite.
La scuola tiene ad essere vicina agli studenti, infatti è stato attivato lo sportello psicologico per sostenere le fragilità degli adolescenti. Avere uno psicologo esperto nella scuola sta diventando un aiuto molto positivo per alcuni alunni che sentono la necessità di parlare con una figura competente”.
Questo è il terzo anno che lei è alla Dirigenza dell’Istituto Loi. In queso periodo non ha mai concesso interviste, non sentendo mai la necessità di apparire. Perchè decide oggi di intervenire in prima persona per risolvere la questione della viabilità sulla strada Loi?
“Grazie per la domanda. Non ho mai concesso interviste nonostante avessi ricevuto richieste da alcuni giornali locali perché il mio lavoro non è quello di apparire, ma portare dei risultati positivi alla scuola, farla crescere e lasciare i dovuti meriti ai ragazzi e ai docenti senza i quali tutto questo non sarebbe possibile.
Oggi è arrivato il momento, visto che, nonostante il covid, abbiamo ottenuto risultati importanti, di intervenire date le spiacevoli questioni tra i condomini di via Loi e alcuni genitori che accompagnano i figli a scuola. Non si può negare che si è creato un disagio enorme per chi abita accanto alla scuola, all’entrata e all’uscita c’è un vero e proprio problema di viabilità.
Subito dopo l’uscita del vostro articolo, ho immediatamente contattato alcuni condomini per avere un dialogo costruttivo e il più possibile risolutivo perché solo insieme, scuola e condomini, con il sostegno dell’Amministrazione Comunale, possiamo risolvere questo problema.
Da pochi giorni abbiamo i giovani rappresentanti studenteschi d’Istituto con i quali la scuola interverrà per fermare la sosta selvaggia dei genitori. Saranno gli stessi ragazzi a motivarsi tra loro e coinvolgersi per far fronte al traffico all’entrata e all’uscita da scuola.
Sono contento di vedere che sono gli studenti in prima linea a volersi gestire per trovare una soluzione, che trovare è un mio impegno personale.
Allo stesso tempo, l’Amministrazione di Nettuno si è messa a disposizione trovando i fondi per riqualificare via Loi ed entro la prossima primavera si raggiungerà questo obbiettivo.
Mi auguro vivamente di arrivare presto ad un epilogo di questa questione così che la scuola Loi sia vista sempre più come una risorsa per Nettuno perché i cittadini hanno bisogno della Loi e viceversa per crescere e far crescere la città.
Posso aggiungere che i residenti di via Loi saranno in un certo senso privilegiati, perché la scuola è pronta a proporre tante iniziative augurandosi che i primi a partecipare siano proprio i condomini.
Quest’anno si terranno le celebrazioni dell’Anniversario della strage di via D’Amelio e dell’intitolazione alla scuola ad Emanuela Loi, la scuola organizzerà una manifestazione a cui vorremmo venissero coinvolti per primi i cittadini.
Se l’Istituto cresce, può diventare un polo culturale per tutta la città e da questo deve nascere un’alleanza tra scuola e cittadinanza, per questo vogliamo che i genitori che accompagnano i figli a scuola siano educati e consapevoli di creare una viabilità disagevole per i residenti e dall’altra parte i condomini devono essere consapevoli che avere accanto a casa una scuola è una risorsa importantissima”.
La scuola dispone di un ampio spazio interno. Perché non è utilizzato?
“Lo spazio interno al cortile non può essere utilizzato per parcheggiare le auto perché la scuola ha soltanto un ingresso. Per poter adibire l’utilizzo di questi spazi ad area di sosta sarà necessario costruire un secondo cancello di ingresso per cui non possiamo avere l’autorizzazione dei vigili del fuoco a parcheggiare internamente. Aprire un secondo ingresso è nella mia lista degli obbiettivi, stiamo attendendo il responso da Città Metropolitana che è proprietaria dell’immobile. Con lo spazio interno potremmo far entrare per lo meno i ciclomotori e qualche auto, liberando via Loi da molte soste selvagge”. “Grazie per avermi dato occasione di dire la mia – ha concluso Gennaro Bosso – nonostante ad una prima lettura ci ha dato un po’ di dispiacere leggere la maleducazione di alcuni genitori, il vostro articolo ha creato una forte scossa tra residenti e studenti che alla fine si è dimostrata un momento positivo. Con la vostra attenzione è stato possibile l’incontro tra scuola, residenti e amministratori, dando vita a una nuova sinergia. Ora bisogna lavorare tutti insieme per creare una convivenza fruttuosa e dare l’epilogo a questa brutta questione”. (Rdr)