Finisce con una serie di promesse mancate il mandato di Narciso Mostarda direttore generale che dalla Asl Roma 6 passato di recente alla direzione del San Camillo di Roma. L’ex Dg ha lasciato disattese le istanze dei 120mila cittadini di Anzio e Nettuno.
Un bilancio impietoso quello della gestione di Mostarda che vede il reparto di ostetricia e ginecologia degli Ospedali Riuniti chiuso nonostante il soccorso politico della Regione arrivato in extremis per difendere Mostarda dopo le proteste dei cittadini di maggio 2020. Le promesse di una riapertura post covid sono ancora tali. Nessuno nasce più ad Anzio e Nettuno e anche il soccorso pediatrico è difficoltoso.
Stesso discorso per la risonanza magnetica prevista nella programmazione sanitaria della regione Lazio per l’ospedale di Anzio nel 2018 ma finita come tante altro al nuovo ospedale dei Castelli nel tentativo di trasformarlo nel “San Raffaele” di Ariccia. Nonostante ad Anzio ci sia stata persino una conferenza stampa per annunciare l’arrivo del nuovo macchinario non se né mai vista traccia.
All’ospedale di Anzio anche i lavori esterni di ristrutturazione della facciata sembrano essere rimasti nel cassetto perché non si è mai proceduto ad avviarli, sempre e solo ad annunciarli. Alla lista si aggiunge anche la macchina per l’ecografia fuori uso a Nettuno. Chi vuole fare ecografie adesso deve andare a Villa Albani con liste di attesa che vedono molti malati oncologici che hanno finito il follow up con appuntamenti anche a 6 mesi. Una situazione che crea disagio soprattutto alle categorie fragili, a chi è stato malato e deve fare continue visite di controllo.
Una situazione di costante impoverimento dell’offerta sanitaria quella sul litorale con l’ex Mostarda pronto a prendere tanti impegni nessuno dei quali fino ad oggi rispettato.