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Nomina dottor Mostarda: Aurigemma e Colosimo rimangono perplessi

Il dottor Mostarda viene nominato Direttore generale dell’ospedale San Camillo di Roma, ma si generano immediatamente malcontenti nel Consiglio Regionale del Lazio per via del suo ruolo, già in corso, come commissario straordinario della Asl Roma 6. Ieri mattina, alla Pisana si è tenuta la commissione regionale salute, per esprimere il parere sui tre decreti dei direttori generali dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) Istituto Fisioterapici Ospitalieri (Ifo), dell’Azienda sanitaria locale Roma 3 e dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini. Proprio su quest’ultima nomina che riguarda il dottor Mostarda si sono generate le polemiche dell’opposizione: i consiglieri di Fratelli d’Italia Antonello Aurigemma e Chiara Colosimo, membri della commissione sanità, giudicano inopportuno che il manager, oltre ad andare a ricoprire il ruolo di Direttore generale del San Camillo, mantenga anche quello di commissario straordinario della Asl Roma 6. “Nonostante le rassicurazioni ricevute dall’assessore – affermano i Consiglieri – abbiamo espresso la nostra contrarietà alla suddetta sovrapposizione dei ruoli, perché pensiamo che i cittadini del territorio della Asl Roma 6 non debbano essere penalizzati rispetto agli altri, per questo debbano avere un direttore generale in grado di occuparsi a tempo pieno della Azienda sanitaria locale. Visto che lo stesso Direttore, tra l’altro, si era già distinto per la chiusura dei punti nascita sia dell’Ospedale di Anzio che di quello di Velletri, ancora in attesa di una riapertura, per aver bloccato i pagamenti al Centro Argos di Nettuno creando, così, non poche difficolta alle famiglie dei ragazzi che usufruivano delle prestazioni fondamentali per la propria terapia. Inoltre, sottolineiamo il ruolo del Dottor Mostarda come direttore scientifico dell’Executive Master in Management della Filiera della Salute – Major in Management delle Aziende Sanitarie, presso Luiss Business School, nonostante il rapporto professionale di esclusività sottoscritto con il servizio sanitario regionale”.