Home Politica Violenza di genere, a Nettuno il vertice interistituzionale operativo

Violenza di genere, a Nettuno il vertice interistituzionale operativo

Si è tenuto questa mattina presso l’Istituto per Ispettori della Polizia di Stato di Nettuno il convegno promosso dalla Procura della Repubblica di Velletri in collaborazione con Polizia di Stato, Asl Roma 6 e i Comuni di Nettuno e Anzio, che ha avuto come obiettivo quello di presentare il Protocollo Operativo Interisituzionale per la promozione di azioni e politiche attive finalizzare alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza contro donne e minori. Questo protocollo si pone come obiettivo quello di realizzare una rete di accoglienza, ascolto, protezione delle vittime di violenza di genere e di persone in condizione di particolare vulnerabilità.
Ad introdurre il Convegno il direttore dell’Istituto per Ispettori della Polizia di Stato di Nettuno, dottor Giuseppe Mauro Volpe, il Sindaco della Città di Nettuno Alessandro Coppola e il Sindaco di Anzio Candido De Angelis.
Sono intervenuti il dottor Giancarlo Amato, Procuratore della Repubblica di Velletri, la Dott.ssa Diana Russo, sostituto procuratore della Repubblica di Velletri e il Direttore Generale della Asl Roma 6, dottor Narciso Mostarda. A Moderare il convegno l’Assessore alla Sicurezza e alla Polizia Locale Luca Zomparelli e la Giurista Marzia Donato.
All’evento hanno partecipato rappresentanti dei Comuni di tutto il territorio dell’Asl Roma 6.
“Voglio ringraziare innanzitutto il direttore dell’Istituto per Ispettori della Polizia di Stato il dottor Volpe che ci ha ospitato in questa struttura che è un’eccellenza del nostro territorio – ha detto nel suo discorso introduttivo il Sindaco Alessandro Coppola – ringrazio il dottor Amato, Procuratore della Repubblica di Velletri, per averci onorato della sua presenza, il Sostituto Procuratore dottoressa Russo, il dottore Mostarda, direttore generale della Asl Roma 6, l’amico Candido De Angelis, sindaco di Anzio, e tutti i Sindaci presenti unitamente alle rappresentanze politiche e istituzionali, ai comandanti delle Polizie Locali, ed ai componenti delle Forze dell’Ordine presenti qui oggi per il contributo che darete a questo tavolo interistituzionale. Quello della violenza di genere e contro i minori è un tema verso il quale la nostra comunità è particolarmente attenta e sensibile. Tengo con orgoglio a sottolineare che la nostra Città, attraverso il lavoro dei Servizi Sociali e di numerose associazioni presenti nel territorio, ha da tempo promosso ed attuato azioni finalizzate all’ascolto, all’accoglienza e alla protezione delle vittime di violenza di genere, delle donne, dei minori e delle persone particolarmente vulnerabili. Ma questo fenomeno si sta inesorabilmente espandendo in misura preoccupante ed appare necessario mettere in campo, oltre che azioni sinergiche di prevenzione e contrasto, anche e soprattutto percorsi educativi nelle scuole nelle famiglie. Tutti noi possiamo e dobbiamo contribuire, oltre che con iniziative come questo protocollo e con lo sviluppo della rete e della piattaforma operativa interistituzionale, anche con il nostro esempio di vita all’interno della famiglia e nei luoghi della nostra quotidianità, in forma tale da condannare ogni tipo di violenza “di genere” e coltivare il sentimento del rigetto della violenza “in genere”. Buon lavoro a tutti”.
“Dopo un anno e mezzo di emergenza sanitaria che ci ha impedito gli incontri e le iniziative in presenza – afferma l’Assessore alla Sicurezza del Comune di Nettuno Luca Zomparelli – abbiamo avuto una richiesta di partecipazione straordinaria a questo convegno, limitata purtroppo dalle norme anti Covid. Tantissimi colleghi e spettatori hanno comunque la possibilità di seguire questi lavoro da remoto grazie alla diretta streaming. Come ho più volte sottolineato è un dovere morale e giuridico aiutare chi richiede garanzie ed aiuto e noi dobbiamo essere, comune Comune, l’avamposto ed il precursore di questi fenomeni. La violenza di genere è in crescita tra le mura domestiche: allora se noi non possiamo entrare nelle case, dobbiamo costruire una strada per possa avvicinarci. Dobbiamo immedesimarci nelle situazioni e creare delle possibilità: punti di ascolto in ogni quartiere a turnazione e a cadenza mensile. Un’idea, magari bizzarra, nata però dai numeri. Quando il denunciante torna a casa si lascia persuadere dal presunto malfattore e torna nella morsa dell’abitualità, della quotidianità, della “speranza di…” arrivando ad annichilire la sua personalità. Il punto di Ascolto serve proprio a questo: ad interrompere quel nesso che porta la vittima a vessare la sua personalità perché persuasa dal malfattore. Concludo con una frase del giudice Livatino: “non ci verrà chiesto quanto siamo stati giusti, ma quanto siamo stati credibili”. Per questo non voglio addurre nessuna scusa, ma solo un impegno perché credo che ci sia una forza motrice più forte di tutte le altri: la forza di volontà a cui tutti noi, politica in primis, doppiamo sottoporci”.