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Bollette scadute da 20 giorni e solleciti, Acqualatina posticipa la scadenza

Bollette in ritardo di oltre 20 giorni, arrivate già scadute, Acqualatina posticipa la scadenza di 30 giorni.
In questi giorni, alcune temporanee anomalie informatiche hanno generato solleciti di pagamento multipli e ritardi nella consegna di alcune bollette dell’acqua. A comunicarlo è la società Acqualatina, che precisa come le anomalie siano già state prontamente risolte dai tecnici informatici.
“Nel rispetto degli utenti  spiega però la società che gestisce il servizio idrico in provincia – rendiamo noto che nessun costo verrà addebitato per tutti i solleciti ricevuti successivamente al primo, e che la scadenza delle bollette coinvolte nei ritardi di consegna verrà posticipata di 30 giorni: sui pagamenti che arriveranno entro i 30 giorni successivi alla scadenza ordinaria, non verrà applicato alcun interesse di mora. Precisato ciò, rimane un problema importante su cui puntare l’attenzione, legato proprio all’invio di solleciti di pagamento: il fenomeno della morosità. Un fenomeno che, nel nostro territorio, grava in maniera di gran lunga superiore alla media nazionale e che incide in maniera duplice sulla collettività, con oltre 17 milioni di euro di insoluto”.
“La società – si legge ancora in una nota – è tenuta al recupero della morosità e, al contempo, è impegnata nel tutelare le utenze più fragili, come sempre fatto e ancor più in pandemia”.
Sul caso dei solleciti interviene anche la Confconsumatori di Latina, che ha denunciato il fenomeno della proliferazione dei solleciti di pagamento. “Acqualatina – spiega l’associazione in difesa dei consumatori – ha riconosciuto il problema della duplicazione dei solleciti di pagamento riconducendolo a non meglio specificate anomalie informatiche che avrebbero generato tale invio multiplo affermando conseguentemente che alcun costo ulteriore al primo sollecito sarà applicato alla singola utenza. Dobbiamo però constatare che quanto sostenuto dal gestore non è pienamente soddisfacente poiché, seppur corretto il non addebito al singolo utente del costo dei solleciti successivi al primo, rimane comunque il problema dello sperpero delle risorse.
I quattro solleciti “pazzi” in copia inviati con raccomandata comportano di per sé un costo che il gestore scaricherà, questo sì, per intero su tutti i consumatori caricandolo sotto forma di aumenti tariffari. Come dire, per recuperare la morosità dei singoli e per errore del gestore si pongono in essere attività non giustificate che di per sé hanno un costo che sarà caricato anche sui consumatori che invece hanno conservato comportamenti virtuosi. Chiediamo quindi con forza che vengano fatti tutti gli accertamenti del caso necessari a individuare le responsabilità di queste attività economicamente dispendiose e che i relativi costi non vengano, dalla prossima conferenza dei sindaci, caricati su tutta l’utenza sottoforma di aumenti tariffari”.
“Inoltre – aggiunge Confconsumatori – chiediamo che si vigili, da parte della dei sindaci, anche sul fatto che quando ci si appresterà ad approvare i nuovi aumenti tariffari non si giustifichino questi sulla base di attività di recupero in termini assoluti (numero di solleciti inviati) basati totalmente su attività erronee come quelle a cui abbiamo assistito”.