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Una cittadina: “Il Comune si attivi per la discesa a mare alla Divina provvidenza”

"Sono anni che noi cittadini di Nettuno, per poter utilizzare la spiaggia libera della “Divina Provvidenza”, siamo costretti ad affrontare de forti disagi

La discesa a mare di via Gramsci a Nettuno rimessa in sicurezza

“Sono anni che noi cittadini di Nettuno, per poter utilizzare la spiaggia libera della “Divina Provvidenza”, siamo costretti ad affrontare de forti disagi in quanto la discesa più vicina è quella del “Belvedere”. Con l’acquisto di un privato della discesa del Vaticano è iniziato il problema come accedere su tale spiaggia senza essere a fare varie scale e un bel tratto di strada che, che di certo, non tutti i cittadini riescono a fare per vari motivi, tra cui, principalmente, quello di salute tra l’altro con la calura estiva. Si impedisce loro quindi, di poter usufruire dei benefici che il mare offre. Pochi anni fa la regione Lazio stanziò una considerevole somma per una ascensore nei pressi dello stabilimento Belvedere. Dopo sopralluoghi e progetti nulla si è fatto. Eppure era un mezzo utilissimo, essenziale per i diversamente abili, per le persone della terza età, per le carrozzine dei bimbi piccoli. Si è proceduto a raccolte di firme, presentate agli organi competenti del comune, sono state scritte richieste sui giornali locali, sono avvenuti incontri con i responsabili comunali, ma tutto questo, non è servito a nulla. Sono stati spesi anche dei soldi pubblici per mettere in sicurezza la scala della Divina Provvidenza e quella di via Gramsci, aperta pochi giorni fa e chiusa il 29 luglio, tra l’altro senza alcuna comunicazione costringendo i cittadini ad andare al Belvedere per, poi, fare altra strada fino alla spiaggia libera”.
Lo scrive in una lunga lettera una cittadina, a nome di molti altri, per segnalare un problema che da molti è vissuto in maniera serissima.
“Perché non cogliere le esigenze di una buona fetta della popolazione cercando di alleviare i loro disagi? Da anni, quindi, si spendono dei soldi per messe in sicurezza delle scale, per indennizzi ai proprietari senza mai risolvere definitivamente il problema. C’è stata sordità anche riguardo la richiesta di attuare l’esproprio della discesa del privato, di proprietà del Vaticano, utilizzata dai cittadini prima della vendita.
Eppure esiste l’espropriazione per pubblica utilità: attraverso un atto autoritativo mediante il quale l’autorità espropriante acquisisce le proprietà di beni privati per ragioni di pubblico interesse con un’indennità calcolata sul valore venale molto minore rispetto al valore effettivo. Come cittadini che paghiamo le tasse per avere dei servizi vorremmo una risposta alle nostre giuste richieste. Diciamo basta con i silenzi e con dei tentativi che stanno andando “in fumo.” Penso che non sia giusto né corretto che una spiaggia libera qual è quella della Divina provvidenza non abbia una discesa agibile per una buona fetta della popolazione inoltre se una persona venisse a sentirsi male potrebbe nell’attuale condizioni avere un soccorso a breve termine? Sì, è vero, esistono degli elementi balneari ma, con la crisi economica, aggravata dal coronavirus, è impossibile, per molti, accedervi. Per me, le località balneari sono delle notevoli risorse se esse offrono dei servizi, almeno essenziali, a chi vi abita, a chi li sceglie come meta di vacanze e a chi viene a passarci una giornata. Per questo, sarebbe anche importante che sulla spiaggia libera vi fosse qualche bagno chimico e qualche fontanella siamo stanchi di tale situazione per cui chiediamo alle autorità eletti di attivarsi per risolvere, al più presto e definitivamente, questa situazione onde permettere ai cittadini di Nettuno di godere delle opportunità che la natura, al loro, ha offerto. Mi auguro che questo mio scritto colga nel segno manifestando la mia disponibilità per qualsiasi chiarimento. Sarebbe opportuno avere una risposta dagli organi competenti in quanto quello che ho sottolineato è frutto di molte persone che, sulla spiaggia libera in oggetto, hanno delegato me per esprimere il loro pensiero e le loro richieste”.