“Buonasera, a proposito di quella signora che si è sentita male risalendo la scalinata della Scialuppa, vorrei fare presente a voi del giornale Il clandestino, e se possibile trasmetterlo al Comune di Anzio, che è diventata veramente una impresa scendere in spiaggia e sopratutto risalire. Non è un paese per anziani, direi, ma le scale, l’equivalente di sei piani, e sotto il sole, alla Scialuppa o al T village o al CNC sono un freno non solo per le persone anziane, ma anche per le mamme con le carrozzine, i disabili, le donne incinte, i giovani che, disgrazia ha voluto, magari giocando a beach si sono rotti un piede e passano l’estate con le stampelle. Abbattiamo le barriere architettoniche. Vedo la buona volontà”. Uno stabilimento, l’unico con l’ascensore, fino a due anni fa dava la possibilità, pagando €200 per l’intera stagione, di utilizzare l’ascensore. Di quei 200 euro, la metà era finalizzata all’acquisto di ombrellone e lettini (ce ne scappavano tre, quattro giorni in tutta l’estate). Non era una spesa indifferente, ma chi ama il mare, chi ha casa nel lungo tratto di costa alta, se ne è fatto una ragione ed ha messo in conto questa spesa. Bene, anzi malissimo. Dall’anno scorso lo stabilimento ha deciso di chiudere l’accesso all’ascensore agli esterni. Che dice il Comune di Anzio? E poi, il passaggio in questo stabilimento per usufruire dell’ascensore, molto spesso portava le famiglie a fermarsi al bar per la colazione o per il pranzo o a prenotare eventi e cene organizzati al ristorante. Sì potrà ottenere qualcosa? O dobbiamo proprio cambiare località?”. Questa l’accorata segnalazione di un cittadino di Anzio che risiede vicino la costa ed ha difficoltà a scendere al mare.