“Avremmo voluto derubricare a conclusa una nota vicenda per la quale è stato preso un giusto e normale provvedimento, vale a dire la nota disciplinare del Comandante dei Vigili nei confronti della ex vigilessa Maria Cupelli, ma con l’arrivo della cavalleria (PD, Cgil, etc.) a difesa della citata ex dipendente, riteniamo utile nel dibattito dire la nostra”.
Così in una nota stampa Fratelli d’Italia Anzio.
“Riassumendo brevemente, la Signora Cupelli ha criticato aspramente una Assessora di Anzio sui social e sulla pagina istituzionale del Comune, mettendola in dubbio come amministratore e scrivendole “forse non è adatta a ricoprire il ruolo che occupa”. Aldilà degli aspetti giuridici e costituzionali che sembra appassionino molti su questo tema, noi crediamo che ci sia un motivo di opportunità e di correttezza istituzionale che sono stati abbondantemente calpestati, da parte della Signora Cupelli. Facciamo fatica a ricordare un accadimento simile nella storia della Amministrazioni laziali, in cui un dipendente, per di più in divisa, attacca direttamente un Assessore o un Sindaco, in maniera cosi diretta e ufficiale. Al contrario, ci sono esempi di dipendenti pubblici che fanno politica sui territori e su questioni che riguardano l’Amministrazione per la quale lavorano, hanno la correttezza istituzionale di non uscire direttamente con attacchi frontali, pur esprimendo le loro idee all’interno dei Partiti. E’ una questione di forma ma che poi diventa sostanza. Facciamo degli esempi: come si fa a organizzare un evento e poi dare il controllo ad un vigile che ha criticato aspramente quell’evento? Come si fa, in un Ufficio Tecnico, ad affidare il controllo di un’opera pubblica ad un tecnico che la ha contestata sui social? Si crea cosi un corto circuito istituzionale che va semplicemente a danno di chi amministra prima, e dei cittadini poi. Quelli fatti sono esempi ma perfettamente calzanti alla questione innescata dalla Signora Cupelli, bene ha fatto allora il Comandante Antonio Arancio ad intervenire ufficialmente con una nota disciplinare. Ci mancava poi, a corredo di questa storia, il comunicato scritto in lingua del tardo Ottocento dalla Cgil che forse voleva essere anche ironico ma che dà solo la misura dello stato di quel Sindacato, probabilmente non all’altezza di questo tempo”.