In merito alla vicenda della nota disciplinare alla dipendente Maria Cupelli, mi preme sottolineare che si è trattato di una semplice ma necessaria comunicazione, doverosa a seguito di dichiarazioni inappropriate sui social e sulla pagina istituzionale dell’Ente nel quale lavora.
Attaccare le Istituzioni in cerca di risalto politico non è opportuno per un dipendente pubblico, che deve rispondere ad etica e doveri. Si cita la Costituzione e poi la si disattende. A Maria Cupelli non è stato contestato il diritto di critica, è stato contestato il fatto che un Sottufficiale della Polizia Locale possa richiedere le dimissioni di un Amministratore. Cosa assurda e inconcepibile che va contro ogni principio etico. Quando la Polizia Locale va ad insegnare educazione civica e legalità nelle Scuole, pone sempre in risalto l’importanza del rispetto delle Istituzioni, senza eccezioni, perché questa è l’anima della Democrazia.
Tali comportamenti minano il rapporto di fiducia e di rispetto istituzionale endemico alla Costituzione.
Tutt’altra cosa invece è criticare una luminaria o le scelte progettuali (DIRITTO DI CRITICA). Basti pensare che questo tipo di comportamento da parte del lavoratore privato avrebbe comportato il rischio concreto di licenziamento in tronco (vedere giurisprudenza consolidata).
Il Comandante della Polizia Locale
Antonio Arancio
Con queste parole il Comandante Arancio, tirato in ballo nella polemica, chiarisce nel merito le contestazioni disciplinari mosse alla dipendete del Comune. La questione è stata a lungo dibattuta sui social dalle opposte fazioni politiche coinvolte.