Ha un sapore retrò e, a tratti, il gusto dell’assurdo una lettera aperta inviata dal Segretario Generale della FP CGIL al Comandante del Corpo di Polizia Locale Antonio Arancio in difesa della “Compagna” Maria Cupelli.
Di seguito la nota:
“Caro Comandante,
siamo stati informati dalla Compagna Maria Cupelli che ha voluto renderLe omaggio, nella fase finale della carriera di una comunicazione di invito a non agire cagionando lesione all’immagine della pubblica amministrazione fino a quando Ella rimarrà in servizio.
Nonostante pensiamo che la libertà di pensiero non possa essere sottoposta a censura e che nessun regolamento possa limitare l’esercizio dei diritti costituzionali, cosa che abbiamo ricordato, peraltro, già in precedenza al Suo predecessore, abbiamo tentato con tutte le forze a noi disponibili di estorcere alla Compagna Cupelli un prolungamento della Sua carriera lavorativa e sindacale per avere il tempo materiale di approfondire il tema del diritto di critica e il confine fra la sobrietà del pubblico dipendente e l’obbligo al silenzio.
Dobbiamo purtroppo Deludere la Sua aspettativa di continuazione del confronto avendo la Compagna Maria Cupelli privilegiato l’uscita dai ruoli della pubblica amministrazione, liberandola così anche dall’imbarazzo di dover insistere in un epistolario, se lo lasci dire, un poco sgraziato ma spontaneamente intenso, e crediamo anche da altri condiviso nei vertici dell’amministrazione.
Le comunichiamo, sperando che si faccia latore di ciò a quanti hanno condiviso il suo pensiero, che la Compagna Maria Cupelli ci ha pregato di informarLa che far tesoro del viatico del quale ha voluto omaggiarLa, non sappiamo se di propria singola iniziativa o per espressione di stima corale, e la ringrazia vivamente del contenuto della missiva di lunedì scorso, quale traccia indelebile del dovere del cittadino di esprimere in modo puntuale e corretto la propria opinione in omaggio all’articolo 1 della Costituzione della Repubblica e precettandosi nell’obbligo della partecipazione alla vita della comunità. Comprendiamo quanto sia duro rinunciare ad un simile contributo, ma cercheremo di tanto in tanto di darLe occasione di fruirne.
A noi corre l’obbligo di ringraziarLa per l’onore concesso ad una dirigente sindacale della nostra organizzazione con il proprio comportamento ha onorato e onora, la divisa che ha indossato, l’amministrazione in cui ha servito e noi con l’azione sindacale di questi anni. Un cordiale saluto Fabrizio Samorè”.