EDITORIALE DI APPROFONDIMENTO SCIENTIFICO A CURA DI:
Dott. Gaetano Mauro
Direttore della Farmacia Cinque Miglia ad Anzio
e docente a contratto di Farmacologia presso L’Università di Tor Vergata laurea in Infermieristica sede Sant’ Eugenio Roma
con la partecipazione straordinaria della:
Dottoressa Carla Mauro
Specialista in Microbiologia e Virologia Medica
Membro della Task Force della Protezione Civile per la lotta al Covid-19
STAI MALE DOPO IL VACCINO?
non tutto il male viene per nuocere…
Carissimo Dott. Gaetano Mauro, mentre la campagna vaccinale prosegue a grandi passi verso l’agognata meta dell’immunità di gregge a ritmi sostenuti da mezzo milione di vaccini al giorno, in redazione sono molte le richieste di chiarimenti sugli effetti collaterali dei vaccini anti covid e sul loro significato in termini di efficacia vaccinale nel singolo individuo. Potrebbe toglierci qualche dubbio?
Ma molto volentieri!
Essendo impegnato ormai da un mese nella somministrazione dei vaccini anti Covid-19 ho potuto constatare che questi dubbi sono di molti e tutti leciti! Innanzitutto, voglio tranquillizzare tutti i vaccinandi sul fatto che gli effetti collaterali del vaccino, qualora si presentino, sono riconducibili nella pressoché totalità dei casi in febbre, affaticamento, mal di testa, dolori muscolari, brividi e indolenzimento localizzato nella sede della iniezione. Questi effetti sono assolutamente transitori e possano essere facilmente trattati con paracetamolo, inoltre essi hanno una frequenza maggiore dopo la seconda dose dei vaccini Moderna e Pfizer (quelli a mRNA) e dopo la prima dose del vaccino a vettore virale AstraZeneca.
Gli effetti collaterali sopracitati sono assolutamente normali ed avvengono frequentemente anche dopo altre vaccinazioni (per esempio il vaccino antiinfluenzale), inoltre insorgono in special modo nei soggetti più giovani in quanto maggiormente reattivi dal punto di vista immunitario. Il significato biologico di questo malessere è implicitamente legato al meccanismo di azione del vaccino e nello specifico della fase iniziale “aspecifica” della risposta immunitaria ad una sostanza estranea all’organismo, durante la quale l’organismo libera sostanze (le citochine) allo scopo di richiamare nella sede di iniezione tutti gli attori deputati ad eliminare ciò che non appartiene al nostro organismo.
Gentile Dott. Mauro, quindi stare un po’ male dopo il vaccino significa che l’organismo sta reagendo a dovere? Chi non ha alcun effetto collaterale allora non sta sviluppando i tanto desiderati anticorpi anti covid?
Non ho detto questo, anzi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ci tiene a sottolineare che dopo la fase aspecifica di malessere si realizza la produzione della proteina spike da parte delle nostre cellule (vaccini a mRNA) oppure da parte del vettore virale e che in questa fase più tardiva il vaccino esplica l’effetto principale conferendo all’organismo l’immunità specifica per combattere le future infezioni da SARS CoV-2. Quindi la presenza o meno di effetti collaterali non influirebbe in maniera determinante sulla futura competenza immunitaria.
Ci rivolgiamo ora alla Dott.ssa Carla Mauro, virologa, con una lunga esperienza in prima fila nella lotta al Covid-19, premiata dal Premier Giuseppe Conte in rappresentanza della Task Force della Protezione Civile intervenuta nelle città del nord maggiormente colpite durante la prima ondata pandemica. Dottoressa come la pensa lei a riguardo?
Effettivamente, in linea di principio, non posso fare altro che confermare che la presenza o meno di effetti collaterali influisca in maniera determinante alla futura competenza immunitaria dell’individuo.
Devo però specificare che la mia esperienza clinica evidenzia che i pazienti che hanno avuto più effetti collaterali solitamente presentano di fatto un titolo anticorpale maggiore rispetto a quelli che non ne hanno avuti. Dette differenze però non sono determinanti nel garantire la copertura da future eventuali infezioni.
D’altronde, anche i pazienti che hanno sofferto di forme di Covid-19 maggiormente sintomatiche, molti dei quali ho curato personalmente a Piacenza e a Roma, hanno sviluppato un tasso anticorpale più alto e maggiormente protettivo rispetto a i pazienti asintomatici o con pochi sintomi.