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Pernarella M5s: “I Sindaci non tutelano i cittadini e votano gli aumenti dell’acqua”

Sull’aumento delle bollette di Acqualatina, destinate a crescere del 10% in 4 anni, è intervenuta anche la consigliere regionale del Movimento 5 Stelle

Operai di Acqualatina al lavoro

Sull’aumento delle bollette di Acqualatina, destinate a crescere del 10% in 4 anni, è intervenuta anche la consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Gaia Pernarella: “Settanta per cento di dispersione idrica a livello provinciale, in crescita rispetto agli anni precedenti, terzo posto a livello nazionale per perdite, la risposta di Acqualatina, con voto quasi unanime dei Sindaci della provincia di Latina oggi nel corso della conferenza dei sindaci dell’Egato 4, è aumentare le tariffe ovvero quello che chiunque saprebbe fare: + 4,9% per il 2020, + 5% per il 2021, + 1,87% per il 2022, + 0,37% per il 2023. Altro che crisi economica, quella al massimo riguarda gli utenti che ancora una volta saranno costretti a pagare di più a fronte di servizi non all’altezza”.
“Un provvedimento che il 1° Febbraio, in piena pandemia – prosegue Pernarella -, era stato solo rinviato e che oggi invece passa nel quasi silenzio generale che sarà rotto quando le bollette più salate inizieranno ad arrivare nelle case dei cittadini. Quanto andavamo affermando e chiedendo allora, ancora di più vale oggi: se le morosità riscontrate sono sia pubbliche che private, perché far pagare i debiti degli enti pubblici inadempienti ai privati cittadini? Perché lasciare che loro paghino due volte un disservizio? Non è possibile accettare che la soluzione ai problemi causati dalle proprie deficienze si risolva con l’aumento delle tariffe peraltro contribuendo all’utile di una società che nel bilancio 2019, l’ultimo a oggi pubblicato, ha dichiarato un guadagno di 11 milioni di euro. Senza dimenticare il punto 2 dell’ordine del giorno anch’esso candidamente approvato dall’Egato 4 ovvero la revisione delle “specifiche di definizione sulle manutenzioni straordinarie”: in sostanza vengono abbassati i metri di condotta lineari da riparare, per passare dalla manutenzione ordinaria a quella straordinaria, dai 10 metri fino a ieri previsti a 5 metri. Se consideriamo che la manutenzione ordinaria rientra nella tariffa mentre la straordinaria incide sul piano degli investimenti e quindi è quella che fa aumentare di anno in anno la tariffa, è ben facile capire chi ci perde: sempre i cittadini. Che ancora una volta – conclude – non sono tutelati dai propri Sindaci”.