Home Cultura e Spettacolo Al Forte Sangallo, l’8 luglio, il convegno per Salvare Torre Astura

Al Forte Sangallo, l’8 luglio, il convegno per Salvare Torre Astura

Il professor Giancarlo Baiocco, studioso e autore di importanti pubblicazioni su Nettuno, è stato invitato a dare il suo contributo di ricercatore in vista del Convegno su Torre Astura che si terrà al Forte del Sangallo il prossimo 8 luglio alle 18.
La nota che il prof Baiocco ha scritto sul sito appare la migliore presentazione dell’iniziativa e ne coglie profondamente lo spirito civico sul quale ci auspichiamo la convergenza dell’associazionismo, delle Istituzioni, di tutte le sensibilità politiche e di tutti coloro che hanno a cuore la salvaguardia del nostro gioiello.
Nettuno, salviamo i beni storici e ambientali.
Il castello marino di Astura che chiude la vista della costa orientale di Nettuno, ancora verde ed incontaminata, appare nella lontananza integro e sempre uguale a se stesso, come tante volte descritto e rappresentato nel passato.
In realtà le sue brune e compatte mura nascondono una preoccupante fatiscenza di tutto il complesso, indegna della sua mirabile storia.
Dopo essere pervenuto nel 1978 in proprietà Stato, gli interventi per la sua conservazione sono stati volti unicamente alla protezione delle murature esterne dall’azione del mare, spesso rincorrendo le emergenze, senza mai prendere in considerazione neanche l’ipotesi di un restauro integrale. Non sono state accolte neanche le tante progettualità che a livello nazionale sono state offerte da istituzioni e da privati. Un articolato progetto di recupero della torre dell’area circostante con richiesta di comodato d’uso è stata presentata dal Sacro Ordine dei Templari d’Italia. Il Dipartimento di Architettura dell’Università di Venezia ha ritenuto meritevole di pubblicazione una tesi di laurea che affrontava la sistemazione del complesso di Astura, lavoro successivamente premiato dall’Università Federico II di Napoli. Progetti sono stati avanzati dallo Studio Archistar di architettura, specializzato in progettazione di interventi pubblici e privati e dal veliterno Guido Ciani.
Le amministrazioni comunali che si sono succedute a partire dagli anni ‘70 del Novecento hanno sostanzialmente ignorato le criticità del castello e rivolto la loro attenzione solo all’utilizzo della pineta e della macchia mediterranea circostante. Un tentativo di lottizzazione dell’area, accolto nel piano regolatore cittadino del 1970, è fallito per intervento del ministero della difesa. Nel piano integralmente approvato dalla regione Lazio, era previsto per Astura un parco privato nel quale una edilizia turistica ricettiva e residenziale, disposta nuclei, doveva occupare il 30% dei suoi 280 ettari costieri. Nell’ambito degli interventi che lo Stato ha attivato in occasione del Giubileo del 2000 era stato previsto un notevole finanziamento per il recupero ambientale ed edilizio di Astura che l’amministrazione comunale del tempo ha voluto destinare in gran parte per le opere a verde, la viabilità, i parcheggi, le opere civili, l’arredo e gli impianti tecnologici dell’area circostante il castello. Per il suo recupero il progetto si concentrò sull’esecuzione degli interventi finalizzati alla conservazione ed al trattamento delle superfici più esposte, quelle più esterne verso il mare, sulla protezione delle sommità murarie, sulla riparazione delle coperture danneggiate e sul consolidamento delle parti della fortificazione si trovavano in una situazione critica. La torre pentagonale fu lasciata nella sua fatiscenza, e nulla fu fatto per le strutture interne. I lavori di risanamento ambientale dell’area verde furono eseguiti solo in parte, lasciati poi senza manutenzione sono stati annullati in poco tempo dalla forza della natura.
L’apertura dell’area ai privati è oggi regolata e limitata da una convenzione del 1982 tra il Comune ed il sottosegretariato alla difesa che prevede la possibilità di richiederne l’accesso al pubblico per i mesi di luglio ed agosto tutti i giorni e per i restanti mesi dell’anno per i giorni di sabato, domenica e festivi infrasettimanali.
La pericolosa ed indegna incuria di un bene che racchiude tanta parte della storia di Nettuno ha indotto alcuni dei suoi concittadini, raccolti nell’associazione “Nettuno, salviamo i beni storici e ambientali”  a promuovere un convegno volto a rivedere criticamente gli interventi del passato, e a definire un concreto piano di intervento che, coordinato e stimolato dall’amministrazione comunale, impegni i ministeri della Difesa e dei Beni Culturali per un integrale e risolutivo restauro del castello e per la sua restituzione, insieme alla pineta ed alla macchia mediterranea all’uso pubblico ed al privilegiato posto che gli è stato assegnato da Ferdinando Gregorovius nella storia eleggendo il castello di Astura capitale del romanticismo europeo.
Giancarlo Baiocco