E’ stato disposto un nuovo processo sul maxi furto subito dall’avvocato Carlo Taormina. Accogliendo i ricorsi del procuratore generale e delle parti civili, la Corte di Cassazione ha annullato per la seconda volta la sentenza assolutoria per la ex colf del noto penalista e il genero di quest’ultima, entrambi di Anzio, accusati della razzia compiuta dodici anni fa nella casa del legale, un colpo da oltre due milioni di euro, ordinando alla Corte d’appello di Roma di pronunciarsi ancora una volta sulla vicenda.
Il 28 maggio 2009 dall’abitazione romana di Taormina, a Trastevere, sparirono gioielli, orologi e denaro contante del valore complessivo di 2,3 milioni di euro.
L’allora colf di Taormina, I.S., di Anzio, sostenne di essere stata aggredita da un rapinatore, picchiata e immobilizzata. Il malvivente, aperta la cassaforte, si sarebbe poi impossessato di gioielli, orologi e contanti e si sarebbe infine dato alla fuga.
Dopo qualche tempo, però, tanto la donna quanto il genero, M.G., anche lui di Anzio, cambiarono decisamente stile di vita e, alla luce di una serie di particolari e testimonianze, scattarono gli arresti di entrambi. Tra le ipotesi accusatorie anche il fatto che la collaboratrice domestica avesse fatto sparire dalla villa pure un bracciale e una costosa borsa della moglie dell’avvocato, regalata alla fidanzata del figlio.
Il Tribunale di Roma ha però assolto Santanastasi e Gubitosi, ritenendo che gli indizi non si fossero trasformati in prove. Una sentenza confermata dalla Corte d’Appello, ma annullata dalla Cassazione, chiedendo ai giudici di secondo grado una ‘rivalutazione globale’ di tutti gli elementi emersi nel processo. La Corte d’Appello nel 2019 è quindi tornata ad assolvere gli imputati e ora sempre la Cassazione, accogliendo per la seconda volta i ricorsi del procuratore generale e delle parti civili, ha annullato anche quella sentenza e ha disposto nuovamente un processo davanti a un’altra sezione della Corte d’Appello.