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Provita e famiglia, ecco chi firma la pubblicità contro il Ddl Zan ad Anzio

Ad Anzio diversi esponenti politici di centrosinistra, ma anche tanti cittadini, hanno voluto commentare l'apparizione ad Anzio Colonia, a pochi metri

Ad Anzio diversi esponenti politici di centrosinistra, ma anche tanti cittadini, hanno voluto commentare l’apparizione ad Anzio Colonia, a pochi metri dalla scuola Falcone, di una vela con una pubblicità molto particolare: una critica feroce e fantasiosa al Ddl Zan. Il Ddl Zan, lo ricordiamo, è una proposta di legge contro l’omotransfobia che ancora non è stata discussa e già ha sollevato critiche ferocissime, causato polemiche, ostruzionismo e manifestazioni di piazza. I cartelloni sono imbarazzanti. Il fatto che il Ddl Zan preveda momenti di confronto nelle scuole per spiegare la diversità diventa “una drag Queen che fa lezione su favole volgari ai bambini”. Dall’altra “Bruce la bestia” che chissà come si sente una donna, farà sport nelle categorie femminili. Che sembra uno scherzo, ma non lo è. A scatenarsi contro questi cartelli Lina Giannino, alcuni esponenti grillini, tanti cittadini ma non sono mancate neanche voci a sostegno: “Conserviamo le favole ai bambini”.
Una cosa ci preme dirla: Il Ddl Zan non parla di favole, di Drag Queen, di sport. Parla di ampliare alcuni diritti, nel considerare tutte le espressioni sessuali, religiose, fisiche appartenenti alla “natura umana”. Non c’è una cosa giusta o una sbagliata, ognuno ha il diritto di essere ciò che è e persino ciò che desidera diventare. C’è di più. Si inaspriscono le pene per chi aggredisce, insulta o bullizza un’altra persona per il proprio orientamento sessuale. Si prevedono anche momenti di confronto nelle scuole per far accettare a tutti la diversità.
E’ poi necessario (purtroppo) specificare cose che non per tutti sono ovvie. Non si diventa omosessuali, lesbiche, drag Queen o transessuali per insegnamento o emulazione. Si nasce ognuno con un orientamento e, ebbene si, non si tratta di malattie. Il Ddl Zan più che educare all’accettazione di tutte le persone esistenti in realtà è una legge per cercare di mitigare concetti strettamente legati alla concezione religiosa che riconosce come famiglia solo quella tra uomo e donna. Oggi il mondo è più complesso e variegato di così. Riconoscere ad ognuno il diritto di essere quello che è, è in evidenza un qualcosa che NON si può scegliere ma un percorso che si deve affrontare. Perché la vita e la società evolvono e perché nessuno può essere qualcosa di diverso da ciò che è. Tutto evolve. Evolve  anche il concetto di famiglia, persino quella tradizionale (fino a pochi anni fa il divorzio o l’aborto ad esempio non erano contemplati), esistono nuovi orientamenti, bisogna solo imparare ad accettare sé stessi e gli altri. Una legge può aiutare in questo percorso a fermare violenza, estremismi, ignoranza. Può dare una mano a chi affronta un percorso non semplice in un paese in cui le violenze domestiche (nelle famiglie ‘normali’) stanno diventando un fenomeno fuori controllo. Una rieducazione sembra necessaria a livello sociale nei confronti di tutte le categorie, vecchie e nuove.
Ma due cartelloni di tale portata non sono gratis e ci siamo chiesti chi li ha pagati? A sostenere il costo di questa pubblicità contro il Ddl Zan una onlus dal nome Provita e famiglia, che è contro l’aborto, contro il femminismo, contro l’omosessualità e a favore della famiglia tradizionale. La onlus si definisce apolitica ma la sua vicinanza a Forza nuova è più che un’illazione. Il suo presidente è Alessandro Fiore, figlio del leader di Forza nuova Roberto Fiore, così come il Presidente precedente è stato più volte in lista con Forza nuova. Il sito della onlus non riporta nomi ma la possibilità di finanziare le campagne pubblicitarie a favore della famiglia tradizionale, si può donare, lasciare il 5permille, si può persino fare testamento e lasciare tutto alla onlus. E mentre la onlus fa la guerra al Ddl Zan la Chiesa, più moderna come approccio, apre e spiega: in alcune parti va corretto, ma non affossato. Il futuro è oggi: contro l’odio, contro la discriminazione sempre. (dr)