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Approfondimento scientifico: Farmaci “originali” o “generici”, facciamo chiarezza

EDITORIALE DI APPROFONDIMENTO SCIENTIFICO A CURA DI:
Dott. Gaetano Mauro
Direttore della Farmacia Cinque Miglia ad Anzio e docente a contratto di Farmacologia presso L’Università di Tor Vergata laurea in Infermieristica sede S. Eugenio Roma
FARMACI “ORIGINALI” O “GENERICI”: FACCIAMO CHIAREZZA.
Gentile Dottor Mauro, vorremmo che approfondisse e facesse chiarezza sulla tematica, molto sentita dai pazienti, riguardo la differenza tra i farmaci originali e i cosiddetti generici.
Mi entusiasma molto discutere di questa tematica in quanto, durante la mia attività quotidiana con i pazienti, è sicuramente la domanda che ci viene rivolta con maggior frequenza.
In primo luogo si può dire che la denominazione “Generico” del primo Decreto Legislativo del 1995 è stata sostituita, in successivo decreto del 2005, con la dicitura “Equivalente” al fine di limitare una percezione sminuente di questa tipologia di farmaci rispetto ai farmaci originali. In realtà, entrambe le terminologie sono corrette e identificano un medicinale che contiene la stessa quantità di principio attivo e presenta simile biodisponibilità rispetto al farmaco originale a cui è scaduta la copertura brevettuale, pertanto sono prodotti che garantiscono, attraverso appositi studi di bioequivalenza, una sovrapponibilità nell’esplicare l’effetto farmaceutico rispetto al farmaco di marca tra il 90% e il 111%. In sostanza, il concetto di bioequivalenza non identifica due prodotti uguali ma sovrapponibili in termini di effetto terapeutico per il paziente. Le differenze citate sono riconducibili ai differenti cicli produttivi e alle possibili differenze negli eccipienti, ovvero quelle sostanze inerti dal punto di vista farmacologico, ma che compongono la formulazione farmaceutica, per esempio il lattosio nelle compresse o nelle capsule.
Gentile dottore, cosa ci sa dire in merito alla differenza di prezzo che sussiste tra il farmaco originale e l’equivalente?
I meccanismi che definiscono il prezzo dei farmaci equivalenti rispetto al farmaco originale sono molto complessi e differiscono tra i farmaci in fascia A (quelli delle ricette del medico di base e che si ritirano in farmacia) e quelli di fascia H (in uso nelle strutture ospedaliere). In poche parole, per quanto riguarda i farmaci in fascia A e quindi maggiormente di interesse per il cittadino, una volta che è scaduto un brevetto di un farmaco qualsiasi azienda può produrre un farmaco equivalente ad un prezzo almeno il 20% inferiore rispetto al farmaco originale, una volta introdotto sul mercato il prezzo definito diventa quello di riferimento per il rimborso da parte della Regione e quindi la differenza è a carico del cittadino. Il paziente, quindi, se intende continuare ad assumere il farmaco originale deve pagare una quota che varia e cresce man mano che in commercio vengono autorizzati nuovi farmaci equivalenti ad un prezzo ancora più basso. La quota assistito, erroneamente definita ticket, può però anche diminuire, se il farmaco originale abbassa il suo prezzo al fine di ridurre la differenza di prezzo rispetto al farmaco equivalente.
Dottor Mauro, in pratica, chi beneficia del risparmio nell’utilizzo dei farmaci equivalenti?
Il risparmio nell’utilizzo dei farmaci equivalenti è principalmente del cittadino per i farmaci in fascia A (quelli che prescrive il medico di base e che il paziente ritira in farmacia) mentre è principalmente della Regione per i farmaci in uso ospedaliero. L’importanza di questo risparmio, in particolar modo negli ospedali, garantisce allo stato risorse economiche per i farmaci più innovativi, per esempio gli antitumorali di ultima generazione.
Dottore, per finire, cosa consiglia ai pazienti i farmaci originali o i generici,
Il paziente, per quanto riguarda i farmaci di classe A, ha libertà di scelta sull’utilizzo del farmaco originale o equivalente, l’operatore sanitario deve però informare obbligatoriamente il paziente sulla possibilità di ottenere il farmaco equivalente e sul risparmio ottenibile operando questa scelta. In merito all’efficacia terapeutica ambedue le tipologie di farmaco sono equivalenti. C’è però una raccomandazione che devo fare: evitare lo ZAPPING FARMACOLOGICO o drug switching, ovvero cambiare ogni volta marca di equivalente o alternare il farmaco equivalente a quello originale. Questa attenzione ha una duplice importanza, limita gli errori di terapia (scambio di farmaco che il paziente può fare avendo ogni volta una scatoletta diversa) e garantisce una perfetta sovrapponibilità degli effetti terapeutici nelle terapie croniche.