Home Cronaca Definitive le condanne agli assassini della 24enne Gloria Pompili: sono gli zii

Definitive le condanne agli assassini della 24enne Gloria Pompili: sono gli zii

Confermate e rese definitive le due condanne per l’omicidio di Gloria Pompili uccisa a botte tra Nettuno e Frosinone dagli zii. La Corte di Cassazione

Confermate e rese definitive le due condanne per l’omicidio di Gloria Pompili uccisa a botte tra Nettuno e Frosinone dagli zii. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi della zia della vittima, Loide Del Prete, che lavorava a Nettuno in una frutteria in zona San Giacomo, e del compagno di quest’ultima, Saad Mohammed Elesh Salem, a cui in appello la pena era stata ridotta da 24 a 20 anni di reclusione.
La 40enne e il 24enne di nazionalità egiziana sono stati così ritenuti definitivamente responsabili della morte della 23enne di Frosinone, massacrata di botte sotto gli occhi dei figli di 3 e 5 anni. Era il 23 agosto 2017 quando, su una piazzola di sosta della Monti Lepini, nel Comune di Prossedi, la giovane spirò a causa del pestaggio subito poco tempo prima sul litorale dove era costretta a prostituirsi dai familiari che la picchiavano selvaggiamente. A finire accusati di omicidio la zia e il compagno di quest’ultima, entrambi arrestati a distanza di un mese dal delitto. Imputato solo per maltrattamenti e sfruttamento della prostituzione era stato invece il marito di Gloria, fratello di Elesh, Mohamed Mohamed Hady Saad, di 29 anni, per cui il pm Carlo Lasperanza aveva chiesto una condanna a 12 anni di reclusione, ma che è stato assolto dalla Corte d’Assise di Latina. Gloria Pompili, dal mese di febbraio 2006, sarebbe stata fatta prostituire dai parenti nella sua abitazione, sull’asse attrezzato di Frosinone e a Nettuno, sulla Nettunense. E proprio rientrando a Frosinone dal litorale romano, giunta nel territorio del Comune di Prossedi, la giovane morì. Nel corso del processo la ex padrona di casa della 23enne ha anche raccontato che un giorno vide i due figli piccoli della ragazza chiusi in una gabbia legata con una fune e lasciata penzolare dal balcone. Una situazione di profondo degrado che sul fronte giudiziario si chiude con la doppia condanna.