Oltre ottant’anni dopo la scoperta – nel 1939 – del sito paleolitico della Grotta Guattari a San Felice Circeo, in provincia di Latina, una nuova ricerca della Soprintendenza archeologica di Frosinone e Latina in collaborazione con l’Università di Tor Vergata ha portato alla scoperta di reperti fossili “attribuibili a nove individui di uomo di Neanderthal“. “Un ritrovamento eccezionale”, lo ha definito così il ministro della Cultura Dario Franceschini.
Durante le ricerche sono emersi anche resti di iena, rinoceronte, elefante, cervo gigante, dell’orso delle caverne e di altri animali.
Durante le ricerche sono emersi anche resti di iena, rinoceronte, elefante, cervo gigante, dell’orso delle caverne e di altri animali.
Le indagini, ancora in corso, sono iniziate nell’autunno del 2020 nell’ambito di una operazione di messa in sicurezza della grotta Guattari, che prende il nome da chi lo ha scoperto, proprietario del terreno su cui insiste il sito e dove nel febbraio del 1939 fu rinvenuto un primo cranio. Già all’epoca, grazie agli studi del paleontologo Alberto Carlo Blanc, si era compresa immediatamente la grandissima rilevanza di questo sito, classificato come uno dei piu’ importanti del paleolitico medio europeo.
Si tratta di “un ambiente assolutamente unico”, spiega Mario Rolfo, docente di archeologia preistorica dell’Università di Tor Vergata, perché un crollo, forse dovuto ad un terremoto, ne chiuse l’ingresso circa 60 mila anni fa. Al suo interno, vi è una straordinaria banca dati di elementi fossili, resti di vegetali, di umani e anche di animali dei quali non si conosceva la presenza in queste zone, elementi che secondo i ricercatori permetteranno ora di ricostruire la storia di tutto il Circeo e della pianura pontina, luoghi che l’uomo di Neanderthal ha frequentato per un arco di tempo che va da 300mila ad almeno 50mila anni fa.