Home Cronaca Facevano prostituire ragazze in appartamenti a Latina, famiglia indagata

Facevano prostituire ragazze in appartamenti a Latina, famiglia indagata

La Squadra Mobile di Latina ha interrotto un giro di sfruttamento della prostituzione a Latina gestito da un 42enne con la complicità dei suoi genitori.

42ENNE ARRESTATO, DENUNCIATI I GENITORI

Facevano prostituire ragazze nei loro appartamenti a Latina, famiglia indagata

La Squadra Mobile di Latina ha interrotto un giro di sfruttamento della prostituzione a Latina gestito da un 42enne con la complicità dei suoi genitori. Stamattina i poliziotti hanno dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di S. D. (classe 1980) e dell’obbligo di firma nei confronti dei suoi genitori, S. T. (classe 1954) e G. P. (classe 1954).
Sono tutti accusati, a vario titolo, dei reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione ed estorsione. Il Gip Pierpaolo Bortone ha disposto anche il sequestro preventivo di cinque immobili a Latina, in zona Litoranea e località Borgo Sabotino, che venivano affittati dagli indagati per permettervi l’esercizio della prostituzione.
L’attività d’indagine, chiamata “Tacchi a spillo”, è stata condotta dalla Squadra Mobile e coordinata dal procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Latina Carlo Lasperanza, che trae origine dalla denuncia resa da una ragazza di origini rumene contro il 42enne a seguito di una aggressione subìta dalla donna.
Da tali dichiarazioni è emerso che la vittima esercitava l’attività di prostituta con il nome di “Cristina” nell’appartamento messole a disposizione dal 40enne e dalla propria famiglia, per il quale pagava 250 euro a settimana oltre a una percentuale di 20 euro su ogni cliente ricevuto.
La donna ha raccontato alla Polizia anche di minacce di morte ricevute dall’uomo qualora non gli avesse consegnato ulteriori soldi in contanti – ossia 300 euro – oltre di continue telefonate per sollecitarla a pagargli la parte dei ricavi dell’attività di prostituzione.
Dalle indagini, anche di natura tecnica, è emerso che S.D. si occupava personalmente della stipula dei contratti di affitto – che poi recapitava alle interessate, facendosi pagare fino a 500 euro al mese – ma tutti gli indagati erano perfettamente a conoscenza dell’attività di prostituzione all’interno delle abitazioni messe a disposizione di molte ragazze, in prevalenza originarie dell’est Europa e del Sud America, le quali pubblicizzavano le loro prestazioni su appositi siti fornendo ai clienti gli indirizzi degli immobili. Nel cellulare sequestrato al 40enne nel corso delle indagini, sono state trovate fotografie di ragazze in abiti succinti e in atteggiamenti sessualmente espliciti, scattate all’interno degli appartamenti. Sono poi emersi file audio di minacce anche di morte rivolte a una ragazza, che si è rivelata essere colei che aveva fatto partire l’indagine, con l’invito esplicito a fare molta attenzione quando si trova “per strada a lavorare” perché sarebbe pronto anche a spararle.