Maison Valentino presenta la pre-collezione Valentino Roman Palazzo Fall 21. Il Direttore Creativo Pierpaolo Piccioli prosegue il lavoro di risignificazione dei codici Valentino, concentrando la propria attenzione sui volti, modi e corpi di un gruppo di donne, scegliendo di fotografare lui stesso questa collezione.
La collezione è un guardaroba: un sistema variabile di pezzi al quale attingere per essere, e risignificare ogni volta. Una nuova sensualità che viene presentata anche attraverso gli accessori Valentino Garavani Rockstud Alcove. Gli scatti sono stati realizzati in un Palazzo Romano la cui grandezza ha lasciato spazio ad una sbrecciata intimità.
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Anche nell’artificio, nulla è più radicale dell’umano: perché vero, in divenire, imperfetto. Estendendo e approfondendo una linea di pensiero nella quale gentilezza e radicalità sono una cosa sola, Pierpaolo Piccioli prosegue il lavoro di risignificazione dei codici Valentino concentrando la propria attenzione sui volti, sui modi e sui corpi di un gruppo di donne. Al glamour sottrae i segni e, traslandoli, li sostituisce con intimità e spontaneità. Quel che era pensato per abbagliare diventa personale, avvicina. Una mise dopo l’altra, una personalità dopo l’altra prende vita il ritratto di una generazione. Teatro di questo documento è un Palazzo Romano nel quale la grandezza ha lasciato spazio ad una sbrecciata intimità.
Nel ritratto, a contare è il soggetto: gli abiti accompagnano la rappresentazione di sé. La collezione è un guardaroba: un sistema variabile di pezzi al quale attingere per essere, e in questo essere risignificare ogni volta. I segni e i modi della Couture migrano sui pezzi da giorno, mentre avanza, decisa, una nuova sensualità, il gusto del rischio, il desiderio di giocare e sperimentare, anche solo scoprendo le gambe. E come ciascuno è una persona diversa in un momento diverso, così la collezione segue un filo cangiante e mutevole, alternando i cappotti e le stampe maculate, gli abiti minimi e le felpe con le rose applicate, le stampe foulard, i jeans e i poncho, i colori classici e rassicuranti e le tinte fuori luogo e sorprendenti, i tacchi vertiginosi e le zeppe utilitarie, gli stivali assertivi, sopra il ginocchio, e i kitten heel perbene. È un disegno libero e spontaneo, che non segue categorie predefinite e che nelle associazioni impreviste trova la propria ragione di essere. Imprevisto come il clash di appropriatezza borghese e vetriolo punk massimizzato nelle Roman Stud che percorrono scarpe e borse, o la riscoperta del gioco della seduzione, di una civetteria da alcova che caratterizza le purse dalle chiusure metalliche, il mistero delle scarpe di rete.
Moltiplicandosi nel ritratto di una generazione, l’identità Valentino trova una misura cogente, un passo caldo e accogliente. #ValentinoRomanPalazzo
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