“Io voglio parlarvi in quanto nettunense sul discorso del momento. Perché si dice che finché non succede dentro le vostre case non potete capire. Ho 27 anni e per il mio lavoro molti mi conoscono. Potrei essere il figlio o fratello di ognuno di voi, quindi voglio che immaginiate che io sia parte della vostra famiglia.
In un paese come l’Italia, dove solo in 12 mesi sono state registrate più di 300 aggressioni a sfondo omofobo, se fossi vostro figlio non avreste paura a lasciarmi girare per il mondo?
Io ho un ragazzo, e abbiamo appena fatto 7 anni che stiamo insieme… immaginate quanto sarebbe bello poter camminare abbracciati o mano nella mano così come fate tutti voi? Senza avere la paura che qualche deficiente ti insulti o addirittura ti alza le mani.
Io capisco che a volte la pigrizia non ci fa applicare, come per esempio che parlate di legge Zan e affiancate utero in affitto, adozioni gay, gender nelle scuole, unicorni volanti. Ma vi prego andate a leggere il disegno di legge perché di tutto questo non c’entra (…) nulla”.
Questo è l’inizio di un post pubblicato su una pagina social, da un ragazzo di Nettuno, Alessandro Bruno, che invita tutti a riflettere sulla legge Zan che tarda ad essere discussa dal Parlamento italiano. Una legge che tutela tutte le famiglie, che amplia i diritti di chi oggi non è riconosciuto appieno per il suo modo di essere. Il post di Alessandro non è solo una difesa di una legge che purtroppo oggi ha motivo di esserci, ma è un invito alla riflessione sui sentimenti, sulla percezione sociale di alcune storie d’amore, è un invito a stare “dalla parte giusta”.
“Una legge a difesa già c’è – scrive ancora Alessandro – questa sarebbe un aggravante in parole povere… e va a difendere alcune categorie che ancora oggi sono state lasciate da sole. Che poi siamo in Italia e che neanche se ti uccidono te fanno qualcosa è tutta un’altra storia. Ora che abbiamo separato legge Zan dalle altre cazzate, vi chiedo.
Se io Alessandro, nettunese doc, fossi vostro figlio, voi non vorreste che possa camminare e magari abbracciare il mio Fidanzato senza paura? Di certo non è una legge a cambiare il mondo ma magari se una persona sa che è punibile potrebbe pensarci due volte prima di commettere un atto violento.
Da una parte mi fa così paura pensare che tanti del mio paese, che incrocio magari tutti i giorni, pensano che una legge non serve, che è giusto avere paura o che dovrei vergognarmi di dare una carezza al mio fidanzato in pubblico perché poi se ti guardano male, urlano frocio o peggio alla fine “te lo sei cercato”. Io sono nettunese e ne sono felice, vi prego. Non deludetemi! State dalla parte giusta”.