Anche tre persone di Anzio coinvolte nell’operazione della Polizia di Latina Crazy Cars. Questa mattina è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giuseppe Cario, su richiesta della locale Procura della Repubblica – sostituto procuratore Giuseppe Miliano, nei confronti di Francesco Anelli (classe 1981) originario di Sezze ma nato e residente a Latina, Michele Vitale (classe 1962) di Latina, Mattia Italiani (classe 1993) di Sezze, Cristian Malandruccolo (classe 1985) di Sezze, Salvatore Lupoli (classe 1980) residente ad Aprilia ma notissimo ad Anzio per essere il Presidente di un’Associazione di protezione civile e Alessandro Agresti (classe 1986) residente ad Anzio, nonché alla misura degli arresti domiciliari nei confronti di Giuseppe Cannizzaro (classe 1975) di Latina, Maurizio Agresti (classe 1959) residente a Latina e Mery Teresina De Paolis (classe 1990) residente ad Anzio. Risultano indagati anche Ernesto Pio Gattor (classe 1998) di Latina e Mario Emanuele Galante (classe 1991) di Sezze per cui è stata rigettata la richiesta di misura cautelare.
I soggetti destinatari della misura cautelare sono indagati, a vario titolo, per estorsione aggravata, ricettazione e trasferimento fraudolento di valori.
Francesco Anelli è attualmente irreperibile poiché trasferitosi per motivi di lavoro in Germania. L’attività è stata svolta dagli agenti della Squadra Mobile pontina – Reati contro il Patrimonio – e del Commissariato di Polizia di Cisterna di Latina, con il supporto di 10 equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine Lazio, Campania e Umbria. Nel corso dell’operazione è stato eseguito il decreto di perquisizione personale e domiciliare emesso a carico dei predetti indagati, ed il decreto di sequestro preventivo di società, conti correnti, beni mobili ed immobili riconducibili alla famiglia Agresti, di un valore superiore a 2 milioni di euro, secondo gli accertamenti patrimoniali svolti dalla Questura di Latina.
In proposito, durante l’attività di esecuzione sono stati rinvenuti e sequestrati nella disponibilità di Alessandro Agresti 5 orologi di pregio marca Rolex, un orologio di pregio marca Cartier e la somma di circa 50.000 euro in contanti.
Nel corso delle altre perquisizioni sono stati rinvenuti, a casa di Mattia Italiani circa 150 grammi di marjuana, materiale per il confezionamento ed un bilancino di precisione debitamente sottoposti a sequestro; inoltre, presso l’abitazione di M.G.M. (classe ’91), non destinatario di misura cautelare, è stata rinvenuta una pistola calibro 6.35 con matricola abrasa, sottoposta a sequestro.
Per tali fatti, Italiani e M.G.M. sono stati tratti in arresto in flagranza di reato ed associati presso la locale Casa Circondariale a disposizione del PM di turno di Latina.
Il quadro indiziario attiene a condotte reiterate di ricettazione di veicoli di provenienza furtiva ricevuti ed immessi in città in modo sistematico, comprovate dai servizi tecnici di intercettazione che documentano le trasferte per il procacciamento dei veicoli e le trattative con gli acquirenti.
Non mancano modalità di acquisizione di profitto in modo estorsivoal fine di silenziare un rivenditore che pretende il pagamento di quanto dovuto, così come l’investimento dei proventi dell’attività illecita nella intestazione di una pluralità di immobili, conti correnti ed attività formalmente di fittizi intestatari, mero schermo del vero titolare che in tal modo si mette al riparo da possibili misure di prevenzione che lo possano attingere.
In particolare, l’indagine coordinata dal Sostituto Procuratore Giuseppe Miliano nasce dalla denuncia querela sporta da un cittadino rumeno dopo che il medesimo aveva rinvenuto un proiettile inesploso di un’arma comune da sparo, sulla porta d’ingresso della propria abitazione.
Secondo le indagini, tale intimidazione era finalizzata a costringere la vittima a cedere la propria vettura a Malandruccolo, rinunciando al compenso pattuito nella somma di circa 20.000 euro, che lo straniero avrebbe ricavato dall’incasso di 4 assegni di 5.000 euro cadauno, grazie anche alla complicità di Italiani e Salvatore Lupoli.
In particolare, il primo, oltre ad effettuare sull’utenza delle vittima telefonate minatorie allo scopo di farsi restituire i 4 assegni bancari, in una circostanza, su incarico di Malandruccolo, lo avvicinava per strada ed al fine di intimorirlo gli mostrava una pistola a tamburo; Salvatore Lupoli, invece, in un’occasione raggiungeva la vittima nella propria abitazione, dove la costringeva a mano a scrivere una falsa attestazione con la quale lo straniero dichiarava di aver ricevuto il pagamento della somma di 17.500 euro da parte di Malandruccolo per la vendita dell’autovettura Mercedes, specificando con detto documento di riconsegnare uno degli assegni bancari, e facendosi anche consegnare personalmente la somma di 600 euro “per il disturbo”.
In tale contesto, le intercettazioni telefoniche riscontravano come Giuseppe Cannizzaro, titolare di una rivendita di auto e moto, con la complicità di Francesco Anelli e Michele Vitale ricettavano autovetture rubate: nello specifico, veniva ricostruito come i predetti avevano ricevuto a Napoli, da persone rimaste ignote, quattro auto di media cilindrata, che ad esito di mirati accertamenti risultavano compendio di furto; i sopracitati Cannizzaro, Anelli e Vitale occultavano le autovetture al fine poi di porle in vendita ad ignari clienti sul territorio di Latina e provincia.
Nel prosieguo della medesima attività investigativa, si sviluppava un ulteriore filone d’indagine secondo il quale Alessandro Agresti, attraverso Maurizio Agresti e Mery Teresina De Paolis, rispettivamente padre e moglie, gestisse di fatto alcune società di compra vendita auto, con una rivendita commerciale sita alla periferia di Latina. L’intestazione fittizia dei beni da parte di Alessandro Agresti costituisce l’espediente da quest’ultimo utilizzato per eludere gli effetti ablativi delle misure di prevenzione patrimoniale, posto che lo stesso risulta soggetto gravato da numerosi precedenti penali, in prevalenza per reati contro il patrimonio, alcuni dei quali passati in giudicato, e pertanto punibile ex art. 512 bis già art. 12 quinquies D.L. 306/92.