Home Cronaca Aprono le scuole ma molti insegnanti sono assenti, la denuncia dei Presidi

Aprono le scuole ma molti insegnanti sono assenti, la denuncia dei Presidi

Riaprono le scuole ma mancano gli insegnanti, questo il grido di protesta dei Presidi e Direttori didattici che fanno appello al Ministero.

Riaprono le scuole ma mancano gli insegnanti, questo il grido di protesta dei Presidi e Direttori didattici che fanno appello al Ministero. Il Lazio è l’unica regione ad ad avere riaperto le aule di primaria e medie ante vacanze di Pasqua. Due giorni di lezione, per spezzare la continuità tra Dad e ferie e offrire un segnale di ottimismo. Non tutto però è andato per il verso giusto. L’Anp(Associazione nazionale Presidi) regionale ha puntato il dito contro le “centinaia di assenze”, soprattutto a Roma, quantificandole nel 10-20% con punte del 30%. Fornendo gli esempi di alcuni istituti: 18 assenti all’Istituto comprensivo (Ic) Manzoni, 16 all’Ic Ottavia, 21 al Montelucci di Guidonia, 29 all’Ic di Anzio. Nel mirino anche le giustificazioni: “A quanto ci hanno raccontato i presidi, molti hanno usato i permessi della Legge 104, altri hanno dichiarato malattia o motivi personali. E in molti casi le assenze hanno coinvolto docenti pendolari. Dobbiamo distinguere l’assenteismo legittimo da quello ingiustificato” conclude il presidente dell’Associazione Presidi del Lazio Mario Rusconi ex preside del Tasso e oggi alla guida del liceo biomedico paritario Pio IX all’Aventino.
Accuse respinte al mittente dai sindacati della scuola con un comunicato congiunto delle cinque sigle (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda): “Quali sono i dati e le percentuali? Senza numeri sono solo chiacchiere”. Impostazione che Alessandro Tatarella, segretario laziale di Flt Cgil, ribadisce ad Huffpost: “Non ci sono arrivate segnalazioni di forfait anomali. Questa è una polemica che danneggia il lavoro pubblico, laddove sanità e scuola in pandemia hanno dato prova di grande senso di responsabilità”.
Sul banco degli imputati ci sono i pendolari – provenienti soprattutto da Campania, poi Abruzzo, Toscana – che avrebbero “disertato” all’ultimo momento. Costringendo i presidi a convocare supplenti, rimodulare o accorciare gli orari, fino a mandare a casa prima i ragazzi. Oltre che rinunciare a pulizia e sorveglianza. “L’uso dei supplenti è normale – obietta Tatarella – Con le scuole chiuse i contratti di molti precari si sono interrotti”. Qualcuno, poi, si sarebbe fatto due conti: tra l’annuncio tardivo e i prezzi dei treni pasquali spostarsi sarebbe costato fino a 300 euro. Poi c’è la questione dei vaccini: il Lazio fino a una settimana fa aveva vaccinato circa 95mila insegnanti e docenti universitari. Diversi – secondo i presidi – si sarebbero prenotati proprio per questi due giorni.