Approvata in IX Commissione lavoro e pari opportunità la proposta di legge regionale del Lazio sulla parità retributiva, il sostegno all’occupazione stabile e di qualità e l’imprenditoria femminile e la valorizzazione delle competenze delle donne.
“Siamo la prima Regione in Italia a mettere nero su bianco che c’è un problema con il lavoro delle donne e a mettere in campo soluzioni concrete e diversificate per risolverlo. Lo facciamo, tutte e tutti insieme, con una legge riconosce la parità di genere come presupposto per un sistema equo di cittadinanza oltre che per lo sviluppo socioeconomico e che con 7,6 milioni di euro nel prossimo triennio attua una rivoluzione e risponde ad esigenze quanto mai urgenti dopo la pandemia che ha colpito duramente l’occupazione femminile. Lo facciamo, oggi, tutte e tutti insieme per costruire una Regione Lazio più forte, più giusta, che sappia in primo luogo recuperare ogni posto di lavoro perduto, tutelare quelli in bilico e creare nuova occupazione di qualità. Siamo chiamati tutti a un salto di qualità in un mondo già cambiato, che va veloce e ci richiede il meglio di ciò che possiamo”.
Commenta così Eleonora Mattia, Presidente della IX Commissione in Consiglio Regionale e prima firmataria della proposta di legge 182/2019. Il testo approvato in Commissione si presenta come una legge quadro sul lavoro femminile e mette in campo strumenti per l’attuazione della parità retributiva, per l’inserimento e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro. Politiche attive del lavoro e formazione per le nuove competenze, educazione finanziaria e materie STEM, e incentivi alle imprese che assumono donne a tempo indeterminato. Impegno contro le molestie nei luoghi di lavoro come previsto dalla convenzione ILO. Ancora, sostengo all’imprenditoria femminile e alle donne in condizioni di disagio con il microcredito, ma anche strumenti di conciliazione dei tempi di vita, per la diffusione di una cultura paritaria nelle imprese e per la rappresentanza equa dei generi nelle posizioni apicali.
Nel Lazio ancora 1 donna su 2 non lavora (52,1%) e solo nell’ultimo anno, secondo i dati Eures e Istat, l’occupazione femminile è scesa del 3,1% contro l’1,1% degli uomini, 33 mila unità perse su un totale di 44 mila posti in meno. Le donne soffrono di più la crisi perché vivono una situazione di disparità strutturale data da un’occupazione più precaria, flessibile, un sovraccarico di lavoro di cura e l’annoso tema del divario retributivo, dai salari alle pensioni. Se la contrattazione collettiva e i minimi retributivi contengono, almeno formalmente, il gap nel lavoro subordinato, la situazione è allarmante per le libere professioniste che guadagnano fino al 45% in meno dei colleghi uomini. Secondo l’ultimo rapporto Adepp, per esempio, se un medico nel Lazio dichiara un reddito di 52 mila euro annui per le colleghe il dato si ferma a 35 mila invece un’avvocata guadagna circa 27 mila euro l’anno di fronte i 65 mila dei colleghi uomini, il 41% in meno.