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Il sottopasso di Casello 45 si allaga, i cittadini pronti ad andare in Procura

I cittadini di Casello 45 sono stanchi di attendere l’apertura del sottopasso sulla Nettunense e stanno valutando di rivolgersi alla Procura della Repubblica. La zona, lo ricordiamo, di fatto paralizza parte del traffico locale e coinvolge anche i residenti di Anzio e Nettuno.
Dodici anni di carte per partorire un’opera conclusa, ma con problemi tali da non consentirne l’apertura. “Il contratto per l’erogazione dell’energia elettrica c’è, come anche i verbali firmati, in cui la Città Metropolitana di Roma Capitale prende in carico l’opera, ma l’apertura no, se non quella straordinaria delle fontane nel muro del passaggio pedonale”. Con le ultime piogge infatti si sono verificate pericolose e preoccupanti infiltrazioni.
“In merito alla gestione delle acque meteoriche – scrive l’asseciazione consortile Colle dei Pini-Casello 45 – abbiamo diverse proposte: sversare le acque meteoriche dal lato Nettunense dov’è la naturale pendenza del territorio come sosteniamo da anni; utilizzare la capiente conduttura che si inoltra nel comune di Nettuno; ma soprattutto pulire il fosso di via Cavallo Morto, proseguire la condotta che bypassa via Ustica e sistemarne gli argini che stanno cedendo e contribuiscono all’inondazione della strada e dei giardini confinanti”. Infine, la proposta: “Crediamo che si possa, anzi si debba, aprire il sottovia e usarlo almeno per la maggior parte del tempo. Poi, quando piove, si abbassano le sbarre (volute da Città Metropolitana per chiudere il sottopasso in caso di allagamenti, ndr) e si chiude il sottovia, come hanno chiuso gli occhi coloro che avrebbero dovuto vedere e provvedere a tempo debito e non lo hanno fatto. Questo è l’ultimo appello conciliante che ci sentiamo di fare, dopo di ciò non ci resta che interessare la Procura della Repubblica”.