Riceviamo e pubblichiamo
Nei giorni scorsi è venuto a mancare all’affetto di familiari ed amici un personaggio che pochi nella nostra città non conoscevano: Benedetto Salesi.
Benedetto, conosciuto come “Il Gatto Rosso” dal nome del locale di cui era proprietario e gestore, era una di quelle persone di cui ti accorgi dell’importanza solo quando vengono a mancare, perché la loro presenza è talmente radicata nella tua vita da farli apparire immortali.
Oltre che da una parentela acquisita, quello che mi legava a Benedetto era la sua semplicità, schiettezza, onestà e visione del futuro. Erano i primi anni ’70 del secolo scorso e la sua antica taverna marinara, appunto “Il Gatto Rosso”, fu forse il primo locale di Anzio che rimaneva aperto fino alle prime ore dell’alba e dove, su un piccolo palcoscenico, noi amici e i clienti ci divertivamo ad esibirci in momenti di vera spensieratezza e goliardia. La sua genialità si esprimeva in pieno nell’inventare giochi, sia a terra che a mare, e l’organizzazione della manifestazione “Le Tirreniadi” non fece altro che confermare questa sua capacità.
Negli anni dal 1974 al 1976 con gli amici della RAI, nella quale svolgevo le mie attività professionali, organizzammo gli eventi della manifestazione “Noi per loro” i cui incassi furono interamente devoluti all’Istituto Eliomarino “Villa Albani” per l’acquisto di un pullmino attrezzato a favore dei bambini disabili ospitati in esso; ricordo la sua estrema disponibilità ad aspettare col locale aperto fino a tarda notte per permetterci di mangiare alla fine degli spettacoli. Non solo, ma spesso non si faceva pagare il conto chiedendo di devolvere il relativo ammontare alla causa di solidarietà per la quale venivano organizzati gli eventi.
Direttore, regista e speaker di Radio Anzio prima e, con l’amico Cesare Pollastrini, di Radio Nonni poi, raccontava con arguzia e brillantezza gli avvenimenti della nostra città andando in onda dal locale che ospitava la piccola regia radio proprio accanto al suo ristorante. Da qui, con i suoi modi affabili e coinvolgenti, riusciva a sensibilizzare gli ascoltatori e ricordo quando riuscimmo a raccogliere fondi a favore della casa di riposo La Francescana sufficienti per l’acquisto di una cucina completa che sarebbe andata a sostituire quella che si era rotta e non più riparabile.
Nel 1978 la RAI mandò in onda, in diretta dagli studi di Napoli, il programma “Mille e una luce” e ad una delle puntate partecipò la nostra città. Per l’occasione fu realizzato un documentario di presentazione di Anzio, per la regia di Marco Zavattini, nel corso del quale il caro Benedetto impersonò magistralmente l’Imperatore Nerone che usciva, suonando la lira, da una grotta della Villa Imperiale.
Non posso, però, non ricordare anche il notevole sostegno e aiuto morale con cui, nel 1999, appoggiò la mia elezione a Presidente della nascente Pro Loco “Città di Anzio” che, già allora e nel corso degli anni successivi, veniva osteggiata da personaggi e stampa locale che non avevano a cuore sviluppo e futuro della città.
Sin dall’inizio socio dell’associazione, ha dato un notevole impulso a tutte le manifestazioni ed in particolare a “La Forchetta d’oro” alla quale non ha mai mancato di partecipare.
Altrettanto coinvolgente il suo libro “Anzio ieri, oggi, domani”, scritto a quattro mani con un altro grande personaggio anziate Arrigo Cecchini, nel quale ha saputo e voluto miscelare ricordi e momenti del passato e del presente, forse poco noti ai più, perché come scriveva E.M.Forster “…se non ricordiamo non possiamo comprendere”.
Un giornale intero forse non basterebbe per scrivere di Benedetto Salesi, ma io voglio continuare a ricordarlo tra i tavoli del suo “Gatto Rosso”, con al seguito i suoi “gattini” Leonardo, Luigi e Luca, con la moglie Marisa ai fornelli, sempre pronto alla battuta “STO CORRENDOOOOO” e a distribuire ai clienti un bigliettino con un divertente invito in dialetto romanesco:
Ner caso che volessi aritornare,
te basterebbe da telefonare
p’avecce er tavolino bellepronto,
pé magnà prima, mejo e cò lo sconto.
Accetta ‘sto consijo: nun fa er matto
la mejo cosa è prenotà dar GATTO!
Er mercoleddì m’ariposo.
L’antri giorni lavoro da l’una a le tre
e da le otto a mezzanotte (e passa).
Grazie Benedetto per l’amicizia e tutti gli insegnamenti che mi hai dato. Mancherai a me e a tutti coloro che ti conobbero.
Augusto Mammola