Ricorre oggi la Giornata del Ricordo, istituita per permettere a tutti noi di ricordare una tragedia italiana, un capitolo buio della nostra storia. Le Foibe sono state un orrore vissuto dalle popolazioni dell’Istria, della Dalmazia, della Venezia Giulia segnate da un destino crudele in anni di profonda sofferenza e mancanza di umanità, costrette a passare in pochi anni dalle crudeltà del nazifascismo a quelle della dittatura comunista. Ogni totalitarismo è da condannare perché esercita il proprio potere attraverso il controllo, la persecuzione, la repressione e l’eliminazione dei dissidenti, metodi ingiustificati e ingiustificabili in una società civile. Per la nostra comunità nazionale e per le generazioni future il Ricordo è un’arma fondamentale e potentissima, l’unica che permette di capire quanto orribile e sbagliato siano l’odio e la discriminazione, sentimenti che hanno portato, nel caso delle Foibe, all’eliminazione di migliaia di persone che non avevano colpa alcuna, se non quella di essere italiani. Oggi abbiamo il dovere umano e morale di condannare ogni tipo di violenza e di discriminazione basato su razza, orientamento sessuale, orientamento politico o credo religioso e dobbiamo assumerci l’impegno, nel nostro agire quotidiano, di lavorare per far sì che tali episodi disumani non accadano mai più.
Il Sindaco della Città di Nettuno
Alessandro Coppola
Alessandro Coppola
Le Foibe sono una tragedia nazionale che per troppo tempo è stata sottaciuta. Un crimine di cui sono state vittime migliaia di istriani, dalmati e fiumani. Furono circa duecentocinquantamila i profughi costretti a disagi, sofferenze e privazioni per il solo motivo di essere italiani. Questa giornata del ricordo, istituita nel 2004, ha avuto ed ha tuttora il compito di attestare la verità di una pagina nera della nostra storia che per anni è stata coperta da un velo di silenzio che, finalmente, è stato squarciato rendendo alle famiglie delle vittime delle Foibe almeno il conforto della memoria. Momenti di disumanità e crudeltà che appartengono ad un passato non lontano e che, coltivando la memoria storica e assumendo la consapevolezza di ciò che è stato, dobbiamo evitare che si ripetano in futuro. La nostra è una società democratica, basata sulla pace e sull’uguaglianza e nella quale non dovranno mai trovare spazio parole come oppressione e discriminazione, espressione proprie di barbarie che rifiutiamo così come rifiutiamo qualsivoglia tipo di totalitarismo.
L’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione
Camilla Ludovisi
Camilla Ludovisi