Home Politica Aurigemma interroga la Regione sulla situazione di emodialisi ad Anzio

Aurigemma interroga la Regione sulla situazione di emodialisi ad Anzio

Lo scorso primo febbraio è stata discussa in Regione Lazio un'interrogazione del consigliere regionale di Fratelli d'Italia Antonello Aurigemma

Antonello Aurigemma

Lo scorso primo febbraio è stata discussa in Regione Lazio un’interrogazione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Antonello Aurigemma, che riprendendo un nostro articolo in cui i cittadini raccontavano il disagio nel reparto emodialitico dell’Ospedale di Anzio, a causa del freddo e della carenza di coperte (impossibile portarle da fuori per le norme anti covid).
“Assessore – ha detto Aurigemma al delegato della giunta Zingaretti – mi trovo costretto per l’ennesima volta a fare un’interrogazione su un territorio di competenza della ASL RM/6, che ultimamente, purtroppo, ahimè è nota alla cronaca per i continui disservizi. La scorsa settimana ci siamo visti in Commissione, e ringrazio pubblicamente l’Assessore, perché anche se non presente, col suo capo segreteria, Schiavetti, è riuscito a dirimere la controversia delle 28 famiglie che avevano sospeso il servizio presso il centro ARGOS, che è stato riattivato immediatamente dopo la Commissione. Oggi mi trovo costretto a parlare di una struttura ospedaliera importante, sul nostro territorio, in particolar modo sul litorale sud della provincia di Roma. Mi riferisco alla struttura degli Ospedali Riuniti Anzio-Nettuno. È una struttura che dopo l’apertura del nuovo ospedale dei Castelli ha avuto una serie di tagli di reparti, di prestazioni, di personale, che è stato spostato all’interno del nuovo nosocomio per mancanza di personale sanitario.
Ma la vicenda che vengo ad esporre e a denunciare oggi ha dell’incredibile, sembra una delle vicende che forse potrebbe dar spunto ad un film di Enrico Vanzina. Voi dovete sapere che le persone che effettuano servizio di emodialisi, che fanno trasfusioni all’interno di questo ospedale, da un po’ di tempo sono prive di un elemento semplice, le coperte. A seguito del Covid, le trasfusioni che impongono alle persone che effettuano questo servizio di stare 3-4 ore attaccate ad una macchina per filtrare e pulire il proprio sangue, naturalmente sono all’interno di locali che non sono riscaldati, con finestre aperte, e purtroppo l’azienda ospedaliera non è in grado di offrire questo servizio perché sembra che la ditta che pulisce, o che dovrebbe offrire le coperte, non è in grado di rispondere in tempo adeguato”. L’assessore D’Amato nella replica smentisce disservizi al sistema di riscaldamento e nega l’assenza delle coperte. L’assessore si è informato chiamando la Asl Roma 6 che hanno negato le circostanze. L’assessore ha poi aggiunto che la situazione verrà monitorata. A replicare il consigliere Aurigemma. “Dalla risposta che ha dato l’ASL, o abbiamo i malati che oltre a curarsi, oltre a soffrire per la patologia a cui sono costretti per fare questi servizi, si inventano delle cose; oppure, abbiamo una direzione della ASL che non è in grado neanche di controllare il territorio. Cosa questa, che mi preoccupa ancora di più. La invito a verificare di persona, per il resto vorrà dire che il Gruppo di Fratelli d’Italia farà una colletta per comprare le sessanta coperte che non vengono riciclate e per dare la possibilità ai malati che devono essere curati presso questa ASL di avere la possibilità perlomeno di riscaldarsi”.