E’ stato risolto dalla capitaneria di Porto il mistero dell’inquinamento da dischetti di materiale plastico che si riversarono in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, con picchi sul litorale laziale tra Fiumicino ed Anzio. Anzio e Nettuno in particolare sono state invase da migliaia di questi dischi, al punto da rendere necessario un intervento di rimozione che ha prodotto quintali di rifiuti plastico. La Guardia Costiera accertò, nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini del fiume, una forte concentrazione di questi filtri. E dopo quasi tre anni dall’evento, il Codacons è stato ammesso parte civile dal GUP Pellegrino del Tribunale di Salerno nel processo partito a carico dei responsabili nonché dei direttori tecnici e dei lavori dell’impianto di depurazione situato nel Comune di Capaccio gestito dalla società a.s Paistom. I pezzi di plastica sono stati anche ingeriti dagli animali, in alcuni casi con conseguenze letali. I fatti sono stati considerati talmente gravi dal Pubblico ministero che nel corso dell’udienza ha chiesto ed ottenuto la modifica del capo di imputazione da inquinamento ambientale a disastro ambientale ai sensi dell’art. 452 quater c.p. Otto le persone rinviate a giudizio. A breve la data di inizio del processo.
Dischetti di plastica in spiaggia: al via il processo per disastro ambientale
E' stato risolto dalla capitaneria di Porto il mistero dell’inquinamento da dischetti di materiale plastico che si riversarono in più tratti costieri