Ad aprile scorso, dopo il lockdown, sempre a tutela dei nostri nonni, abbiamo programmato le visite di parenti ed amici in giorni ed orari distinti per ciascun ospite, il quale poteva comunicare con il proprio caro da una finestra posta al piano terra della casa e mantenendo una distanza di circa 1 metro e mezzo dal familiare che comunque indossava la mascherina.Non è stato facile gestire le insistenze di taluni familiari che giustamente rivendicavano il desiderio di voler avere una vicinanza fisica con il proprio caro ma, se pure a fatica, non abbiamo fatto eccezioni.
In questo tempo hanno transitato in strutta OSS in servizio, infermiere per prelievi ordinari e medici in visita ai loro anziani pazienti, i quali quando accedevano in struttura, sempre con la mascherina, venivano dotati sin da marzo di sottoscarpa e camice monouso ed invitati dal personale in servizio ad igienizzare le mani tramite la colonnina posta all’ingresso della struttura.
Il ‘maledetto’ però non ci ha risparmiato, si è infiltrato ed ha vanificato tutto, impossessandosi della gran parte dei nostri amati nonni ed operatori, me compresa. Per questo ho deciso, da subito, di stabilizzarmi in struttura h24 con il valido ed insostituibile aiuto delle operatrici che non hanno contratto il virus.
Siamo 4 e stiamo sostenendo ritmi estenuanti per garantire ai nostri nonni tutto quello di cui necessitano dal punto di vista fisiologico,socio sanitario e assistenziale e,non di minore importanza, affettivo.
Al momento, come me, i nonni stanno tutti apparentemente bene, ma certamente vedere degli ‘astronauti’ che si aggirano in casa puó dare loro qualche turbamento stante le condizioni neurologiche di alcuni. Ma anche in questo non perdiamo occasione per tranquillizzarli con la nostra vicinanza emotiva.
Il mio pensiero va alle nostre due nonne venute a mancare e ai loro familiari ai quali il ‘maledetto’ ha impedito di abbracciare il proprio caro per un’ultima volta.
Sono giorni concitati in cui è forte la preoccupazione e lo stress si fa sentire, ma non possiamo mollare, dobbiamo esserci, in prima linea per i nostri cari nonni, patrimonio della nostra storia e cultura ma anche per i loro familiari che ce li hanno affidati ed hanno riposto in noi fiducia incondizionata.
Ringrazio sentitamente gli Operatori Sanitari della ASL Roma 6 costantemente presenti; i medici di fiducia dei nostri nonni,pronti a rasserenarci e sempre reperibili telefonicamente, in particolare il dottor Manicini, il dott. Di Fulvio e la dott.ssa Caponi; il Sindaco del Nostro Comune, Alessandro Coppola, per la vicinanza manifestata ed il Prof. Waldemaro Marchiafava, che personalmente ha effettuato un sopralluogo in struttura per verificare le reali necessità derivanti dalla contingenza, a seguito del quale l’unita di crisi del comune di Nettuno si è attivata per la fornitura dei DPI del caso. L’interessamento del Sindaco anche per tramite del dott. Marchiafava ha consentito altresì l’attivazione della Protezione Civile i cui operatori sono quotidianamente presenti interessandosi di cosa abbiamo bisogno. Gesti questi che, nonostante le circostanze, ci danno la consapevolezza di non essere soli, incoraggiandoci con forza a proseguire come anche i numerosi messaggi di vicinanza e le testimonianze di affetto che abbiamo ricevuto da molti, che ringrazio uno ad uno.
Un incoraggiamento va alle nostre due operatrici che hanno contratto il virus, una delle quali ospedalizzata; forza e coraggio, vi aspettiamo per continuare nel nostro operato con la passione e la dedizione di sempre!
Sono certa che Don Vincenzo Cerri, che ha fortemente voluto questa struttura,di cui è stato fondatore,ci stia sostenendo e guidando in questa ardua avventura e vicino al Signore stia pregando per tutti noi.
Alessandra Franco
La titolare della Casa di Riposo San Giuseppe