Sembra una notizia di cronaca come un’altra quella dell’arresto di un 18enne rom, residente allo Zodiaco, che nell’ultimo anno con una serie di complici, si è reso protagonista di una serie di rapine che hanno creato allarme sociale e contribuito a far salire la pressione in alcune zone simbolo delle città di Anzio e Nettuno. Ma in realtà con questo arresto si è arrivati alla fine di un incubo per i ragazzini delle due cittadine, da tempo vittime dei furti. In particolare, e non è un mistero per nessuno, diversi pessimi episodi si sono verificati presso la stazione di Nettuno, che è stata attentamente monitorata dai Carabinieri con una serie di servizi che hanno permesso di arrivare oggi al fermo, ma anche sul lungomare di Nettuno, alla stazione di Lavinio.
Un ragazzo rom appena maggiorenne, a capo di una banda di ragazzini, cattivi, organizzati e pronti a correre dei rischi ha messo a segno diversi colpi e, soprattutto, ha creato un clima di panico. Fino all’aggressione brutale di un giovane pakistano indifeso. Sono episodi, quelle delle micro aggressioni che vedono vittime altri ragazzini e giovanissimi, che inquietano. Nessuno dovrebbe avere paura di girare per strada, nessuno dovrebbe temere di vedersi aggredire con un coltello mentre passeggia con un amico o mentre ritorna da scuola o dal lavoro. Eppure è accaduto, anche in pieno centro. Sono stati i Carabinieri a porre fine ad un incubo e a dare una lezione anche agli altri componenti della baby gang. Quella delle rapine non una strada da seguire perché non porta lontano. Oggi ad un ragazzo appena 18enne lo ha portato dietro le sbarre.