Si è svolta martedì la commissione Lavori Pubblici unita alla Capigruppo per discutere dei due ordini del giorno presentati durante lo scorso consiglio comunale in merito al destino del “molaccio” in cemento a ridosso dei resti archeologici dell’antico Porto Neroniano. Il primo, presentato dalla maggioranza, auspicava il completamento dell’opera, il secondo, da noi dell’opposizione, puntava allo smantellamento del molo e alla progettazione di opera di difesa maggiormente sostenibili (le cosiddette barriere soffolte).
Ho apprezzato molto l’invito fatto dal Presidente della commissione al Professor Enrico Felici, uno dei massimi esperti di archeologia subacquea in Italia e profondo conoscitore di Anzio e del suo inestimabile valore storico-archeologico. Ho apprezzato meno il fatto che il professore non sia stato fatto rimanere durante la discussione, nonché aver udito i comitati solo al termine della discussione, a decisione già presa.
Nel suo intervento il professore ha rimarcato la rarità dei reperti archeologici subacquei anziati, nonché il fatto che “ad Anzio, sott’acqua, potrebbe esserci il più grande museo di epigrafia in legno al mondo”. Per questi motivi ha confermato la sua profonda contrarietà al molo in cemento realizzato, il quale attraverso l’interrimento dei reperti sta provocando disastri. È bene ricordare che l’autorizzazione a quest’opera è avvenuta bypassando la Valutazione di Impatto Ambientale, violando con tutta probabilità la Convenzione Europea del Paesaggio, l’art.9 della Costituzione italiana, il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, e la convenzione UNESCO, ratificata in Italia con legge 157/2009. Per questi motivi il professore ha auspicato che nel prendere tali decisioni, non si insegua solamente il criterio dell’economicità a breve termine, ma si mantenga uno sguardo di più profondo respiro. Si sarebbe evitato in questo modo lo scempio.
Per questi motivi continuo a pensare, in piena convergenza con il Comitato Tutela e Valorizzazione Grotte e Villa di Nerone, che la soluzione più dignitosa per la città sia lo smantellamento del molo e la progettazione di barriere soffolte. I problemi di costi legati allo smantellamento potrebbero essere superati proprio attraverso la costituzione parte civile nel processo in corso che riguarda anche la vicenda del molo Neroniano, in quanto funzionale alla richiesta di risarcimento danni e al ripristino dello stato originario dei luoghi.
Durante la commissione siamo arrivati ad elaborare un ordine del giorno comune tra le varie forze politiche. Vista la differenza nelle posizioni iniziali non credo sia stato un fatto banale. È stata recepita la proposta di costituire il comune parte civile nel processo. Non si parla più di completamento dell’opera, ma di riprogettazione coinvolgendo gli Enti competenti (Regione, Soprintendenza, Capitaneria, Arpa). Viste le difficoltà tecniche non è stata presa di fatto une decisione progettuale, ma è stato avviato un percorso. La partita è tutta aperta e occorre che ognuno faccia la sua parte prima che la città possa tornare ad ambire a quello che merita, ovvero ciò che abbiamo inserito nell’odg come obiettivo di fondo a lungo termine: la costituzione di un vero parco archeologico marino e il riconoscimento come patrimonio Unesco.
Lo scrive in una nota stampa Luca Brignone, consigliere comunale di Alternativa per Anzio.
Porto Neroniano, Brignone: “Bene la sintesi ma l’obiettivo è smantellarlo”
Si è svolta martedì la commissione Lavori Pubblici unita alla Capigruppo per discutere dei due ordini del giorno presentati durante lo scorso consiglio comunale