Di Mirko Piersanti
Nel centenario della sua nascita (1920) si è svolta l’inaugurazione della nuova targa toponomastica dedicata al nettunese e partigiano Mario Abruzzese. Domenica 13 settembre erano presenti in tanti per ricordare Mario, tutti si sono dati appuntamento alle 11 nella via di Nettuno dedicata proprio al tanto amato partigiano locale. La nuova targa è stata realizzata grazie alla sezione dell’Anpi Anzio-Nettuno e all’ex sindaco nettunese, Carlo Conte.
“L’iniziativa è molto significativa per noi, visto che la nostra sezione è intitolata proprio a Mario Abruzzese e a Vittorio Mallozzi” – hanno affermato dall’Anpi di Anzio e Nettuno. Oltre ai rappresentanti dell’Anpi e all’ex primo cittadino Conte, erano presenti anche i familiari e gli amici di Mario Abruzzese, il sindaco Alessandro Coppola e diversi consiglieri comunali. In questa giornata memorabile è stato il figlio di Mario, Marco Abruzzese, a scoprire la nuova targa dedicata a un uomo straordinario e di grande valore quale era stato “Romanino”, questo il suo nome di battaglia.
“Ho avuto la fortuna di conoscere Mario Abruzzese – ha raccontato il sindaco Coppola – me lo ricordo che giocava al bar a biliardo, le persone come Mario che hanno combattuto per degli ideali nobili devono essere onorati”.
“Dobbiamo ricordare Mario Abruzzese, ha scelto di partecipare a una lotta per la liberazione e questo gli fa onore. Poteva morire perché fare il partigiano non era una scampagnata perché si rischiava la rappresaglia dei tedeschi e dei fascisti, i bombardamenti degli americani e altri rischi. Io me lo ricordo perché la mia famiglia era molto amica con quella degli Abruzzese, era un ragazzo solare e vivace”. Questi sono i ricordi di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo bene come Leda Cochi. L’emozione è stata enorme quando è stata tolta la bandiera tricolore per mostrare la nuova targa, qualcuno ha lasciato scorrere sul proprio viso una lacrima non appena ha visto la foto del tanto amato partigiano nettunese. Ha voluto ricordare Mario Abruzzese anche il noto storico Alessandro Barbero il quale ha scritto che “avere un figlio come Mario Abruzzese, un ufficiale di cavalleria che ha fatto la scelta di salire in montagna rischiando la pelle quando l’Italia è stata invasa dallo straniero, un partigiano proveniente dal Lazio che ha portato la voce della sua terra in una regione lontana (e non per niente ha preso come nome di battaglia “Romanino”) dove combattevano partigiani, militari come lui, provenienti da tutte le regioni d’Italia”.
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