Sono state diramate dalla Asl RM6 alcune raccomandazioni a seguito dell’incendio dell’impianto LOAS Italia: “si invitano i cittadini ad effettuare un preliminare e accurato lavaggio di frutta e verdura prodotta in loco con acqua corrente potabile prima di consumarle”.
Nel frattempo, nella giornata di ieri, Arpa Lazio ha pubblicato un primo studio sulla dispersione delle sostanze inquinanti. Arpa specifica che tale studio è naturalmente un primo modello, realistico sotto determinate ipotesi, ma nonostante ciò in grado di fornire elementi di supporto alle attività di apprendimento sugli effetti dell’incendio.
l risultato dello studio è una mappa che indica, con colori diversi, le zone a rischio ricaduta delle sostanze inquinanti: su questa mappa c’è Nettuno.
Ma nonostante ciò, nonostante abbiamo richiesto immediatamente chiarezza e trasparenza, la questione non sembra essere il primo pensiero di questa Amministrazione. Le uniche comunicazioni infatti si limitano alla ripubblicazione di singoli e rari post su Facebook, che i cittadini dovrebbero rintracciare nel marasma di spot propagandistici sul prossimo Ferragosto.
Nel contempo la Procura della Repubblica di Latina ha posto sotto sequestro penale l’area della Loas di Aprilia ed apprendiamo dalla stampa che il Comune di Anzio sarebbe pronto a costituirsi parte civile per i danni all’ambiente e alle persone che potrebbe provocare la nube tossica che si è sprigionata dopo l’incendio. Ricordate la mappa redatta ieri dall’Arpa? Sindaco, su quella mappa c’è Nettuno: è il momento di agire!”.
Così in una nota stampa i consiglieri comunali di opposizione Mauro Rizzo e Luigi Carandente.