Nella serata di ieri, dopo il drammatico e devastante incendio che si è sviluppato in un deposito di rifiuti di Aprilia, si era temuto che la colonna di fumo nero e tossico visibile per chilometri, arrivasse anche sul litorale. I cittadini di Anzio e Nettuno, nonostante le temperature afose, sono stati invitati a chiudere le finestre, ma fortunatamente il peggio è stato evitato. L’Ufficio Ambiente del comune di Nettuno, guidato da Dirigente Benedetto Sajeva, ha seguito la situazione dalla tarda serata di ieri all’alba di oggi. Il fumo nero dell’incendio, a causa delle correnti, si è fermato nei comuni di Ardea e Pomezia. In alcune zone delle due cittadine si è sentita fortissima la puzza di bruciato mista ad odore di rifiuti. L’incendio è stato spento ma ancora cova sotto il materiale distrutto. I Vigili del fuoco hanno lavorato incessantemente per porre rimedio alla situazione. Ora sarà la polizia ad indagare per capire le cause del rogo mentre l’Arpa dovrà fare chiarezza sui danni ambientali prodotti e sulle conseguenze per i cittadini. Un altro dramma ambientale nel Lazio, quindi, dopo la tragedia della Eco X di Pomezia che ha danneggiato pesantemente l’economia dei territori, le aziende agricole e i cittadini, prime vittime di situazioni che creano aria irrespirabile e conseguenze sulla salute. Se le correnti non cambieranno Anzio e Nettuno non dovrebbero subire conseguenze dirette dall’incendio, ma questo non rende la situazione meno seria per l’ambiente e per i comuni limitrofi colpiti direttamente.