13 Comunità accreditate, 750 posti letto, 200 operatori, 3.500 persone seguite nell’attività quotidiana. Sono questi i numeri delle Comunità Terapeutiche Accreditate che si riuniscono nell’Associazione ACTA, gli avamposti della lotta alla droga nella Regione Lazio. Strutture che durante la pandemia non hanno chiuso e, adottando ogni misura precauzionale, hanno protetto ospiti, operatori e familiari.
Sono le Comunità alle quali si rivolgono centinaia di famiglie alla ricerca di una soluzione per un figlio, un familiare, un amico finito nel vortice della dipendenza da alcol, droghe, psicofarmaci oppure dal gioco d’azzardo. Famiglie che cercano ascolto, supporto terapeutico, indicazioni da seguire di fronte ad un problema che, purtroppo, fa paura solo a chi lo conosce da vicino. Sono le Comunità dentro alle quali lavorano persone che hanno scelto di rovinarsi un po’ la vita per restituire un’occasione a chi si è perso, a chi ha fatto scelte sbagliate e ora vuole riprovare a ricostruirsi un’esistenza dignitosa. Educatori, psicologi, assistenti sociali, professionisti che non si arrendono di fronte all’idea che “ormai lo fanno tutti”.
Sono le Comunità che accolgono giovani che hanno creduto di trovare una “medicina” ai loro dolori interiori. Nessuno usa alcol e droghe per il gusto di rovinarsi la vita. Nella storia di ciascuno ci sono tracce di infanzia negata, adolescenza senza punti di riferimento, contesti educativi assenti o sbagliati, drammi difficili da sopportare psicologicamente. Sono le Comunità che ogni giorno nei quartieri, nelle scuole, nei Comuni del Lazio portano la loro testimonianza a beneficio di migliaia di adolescenti affinché comprendano i rischi di certi comportamenti, imparino a chiedere aiuto, conoscano la giusta dimensione dei loro problemi interiori e capiscano che uno stile di vita sano è indispensabile per avere una vita soddisfacente. Sono le Comunità che continuano a ricordare che le dipendenze sono un fenomeno complesso, multidimensionale che va affrontato in maniera integrata tenendo insieme gli aspetti medici e sociali, terapeutici e pedagogici, clinici e comportamentali. Non esistono ricette o soluzioni preconfezionate ma esiste un principio irrinunciabile: costruire strategie comuni tra operatori e famiglie, comunità e Ser.D., Regione e Comuni, famiglie e istituzioni. L’Italia continua ad essere ai primi posti in Europa per consumo di droghe e continua ad essere colpevolmente in ritardo nell’adozione di una strategia complessiva per affrontare il problema, non solo dal punto di vista repressivo ma anche e soprattutto dal punto di vista della prevenzione. In questo senso ci preoccupano i continui tentativi di “normalizzazione” del problema portati avanti, ad esempio, anche recentemente, attraverso proposte di legalizzazione della cannabis. Dimenticare i giovani nell’agenda politica del Paese significa occupare gli ultimi posti nelle classifiche europee: sulla dispersione scolastica, sulla percentuale di giovani laureati, sulla quantità di Neet fra i 18 e i 34 anni, sul tasso di occupazione nella fascia 25-34 anni, sul rischio povertà delle famiglie con figli formate da under 35 (il doppio rispetto a quelle formate da over 65).
E i giovani continuano ad essere dimenticati, come abbiamo visto in occasione degli Stati Generali convocati dal Governo dove, oltre a confermare il debito enorme che ricadrà sulle spalle dei nostri figli e dei nostri nipoti, non si è vista nemmeno l’ombra di un’idea che ne possa promuovere il protagonismo. E tutta questa mortificazione della condizione giovanile in Italia, in migliaia di casi si trasforma in disagio, devianze, dipendenze, carcere minorile, di fronte ai quali come adulti non possiamo non domandarci dove sia finita la nostra responsabilità educativa, non possiamo non assumere l’impegno di fare ciascuno, singoli e istituzioni, del nostro meglio, anche se nel nostro piccolo, per cambiare le cose. Oggi, in occasione della Giornata mondiale di lotta alla droga, istituita dalle Nazioni Unite, le Comunità del Lazio intendono richiamare tutti ad una riscoperta dell’impegno in favore dei giovani, delle loro famiglie, del loro futuro perché l’alcol, le droghe, il gioco d’azzardo non sono mai una soluzione ma sono parte del problema e tutti abbiamo il dovere di lavorare insieme per non lasciare nessuno solo di fronte a questo dramma. Noi ci siamo, da oltre 40 anni, e continueremo ad esserci per combattere un nemico che è come un virus perché si diffonde in maniera subdola e rovina migliaia di vite. Non esiste un vaccino ma possiamo fare prevenzione e dobbiamo farla insieme.
Roma, 26 giugno 2020
Giornata mondiale di lotta alla droga