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Ristori nucleari: 46 milioni per Latina, Cisterna e Nettuno, ma si devono chiedere

La centrale nucleare di Borgo Sabotino

Sempre più reale la possibilità di ottenere oltre 46 milioni di euro di cui la metà al Comune di Latina, circa un quarto alla Provincia di Latina e il resto in parti quasi uguali ai Comuni di Nettuno e Cisterna. Si tratta del “ristoro” previsto dal decreto Scanzano, il numero 314 del 2003 poi convertito nella legge n. 368 dello stesso anno. Risarcimenti che lo Stato dovrebbe versare alle popolazioni ammorbate dalla ex centrale nucleare di Borgo Sabotino. Ma che dal 2005 non ha mai versato. Delle somme inizialmente previste, dal 2005 in poi è arrivato finora solo il 30%, perché furono tagliate del 70% dal Governo Berlusconi. Lo scorso 4 giugno anche la Corte d’Appello di Roma ha bocciato quel  drastico taglio, dando ragione agli 8 Comuni che avevano trascinato in Tribunale la Presidenza del Consiglio dei Ministri, vincendo anche in primo grado. Tra gli Enti che avevano fatto causa al Governo non ci sono Latina, né tantomeno Cisterna e Nettuno. Nonostante questo se i comuni si muovono possono avviare un’azione legale e rientrare di diritto nei ristori. Le regioni e i comuni del Nord Italia, molto più attivi nel pretendere le somme dovute, vanno avanti con il percorso giudiziario che alla fine, se positivo come sembra fino ad oggi, varrà anche per il nostro territorio.