Home Politica Brignone: “Le colpe che hanno portato alla Biogas hanno nomi e cognomi”

Brignone: “Le colpe che hanno portato alla Biogas hanno nomi e cognomi”

Il consigliere comunale di opposizione Luca Brignone

Dopo l’audizione regionale sull’impianto biogas di Anzio vedo riaccendersi il dibattito pubblico in un grande caos alla ricerca di responsabili che sembrano non trovarsi. Penso occorra fare chiarezza su alcuni aspetti”. Lo scrive in una nota stampa il consigliere comunale di opposizione Luca Brignone esponente di Alternativa per Anzio.
“Innanzitutto – aggiunge – è inutile girarci intorno: dopo tanti anni credo sia chiaro a tutti che l’autorizzazione ha delle responsabilità precise, con nomi e cognomi. Il principale è quello dell’ex assessore all’ambiente del centro destra, oggi esponente di una corrente politica che fa finta di fare l’opposizione, all’epoca supportato da tutta la maggioranza (ricordiamo la frase “erano tutti d’accordo” finita nelle intercettazioni dell’inchiesta Evergreen nella quale risulta coinvolto);
Chiedere il riesame dell’autorizzazione alla Regione è stato un passaggio giusto e necessario che abbiamo richiesto da subito come opposizioni, sia in commissione speciale che in consiglio. E’ stato fatto, anche se tardi, ma come purtroppo era prevedibile non è stato sufficiente. Come dissi all’ultimo consiglio, invito tutti a leggere la normativa sul ‘potere’ che ha una autorizzazione già rilasciata in conferenza dei servizi con l’assenso del Comune.
Leggo che in audizione si è parlato di confusione urbanistica. Giusto, ma anche in questo caso le cause non vanno cercate su Marte. Se da un lato è innegabile che ereditiamo un problema pluridecennale di abusivismo che non ha pari in Europa, ed è comune a tutta la provincia di Roma, è altrettanto vero che la pianificazione ha assecondato e peggiorato questa confusione. In particolare, anche l’ultimo piano regolatore ha dei nomi e dei cognomi precisi, e il principale è quello dell’attuale Sindaco. Leggo da un comunicato dell’amministrazione che la commissione ambiente avrebbe “dato il via libera alla convenzione con l’impianto”. Capisco che nel cento destra sono talmente presi dalle lotte interne di potere da dimenticare il funzionamento basilare delle istituzioni comunali, ma le commissioni non hanno alcun potere deliberativo. Nell’ultima seduta è stata solo fatta la proposta da un consigliere della maggioranza di destinare eventuali fondi derivanti da convenzioni al quartiere Sacida, ma non è stato discusso né tantomeno votato niente.
Sul conferimento dei rifiuti all’impianto bisogna essere schietti e non prendere in giro le persone: è pressoché impossibile evitare sempre di portarli lì. Un dirigente dovrebbe non rispettare i principi di prossimità, di rotazione, di risparmio previsti dalla legge. Ad ogni modo, riguardo la procedura negoziata fatta ad aprile e poi ritirata e alla successiva gara, stiamo chiedendo chiarezza e trasparenza in tutte le sedi competenti”.