Egregio Direttore,
Le scrivo per segnalare una situazione non conforme ai tanti DPCM del Governo in materia di prevenzione Covid, già segnalata alla Direzione sanitaria, senza aver avuto risposta.
Mi è capitato di recarmi sia all’ospedale di Anzio sia a Villa Albani e a differenza di altri uffici pubblici come le Poste o il Comune, in questi uffici vengono rispettate parzialmente le norme di sicurezza.
L’attesa fuori è giusta ma pesante, perché o si sta sotto il sole cocente o sotto la pioggia, come è capitato l’altro giorno, si potrebbe ovviare con una tensostruttura, qualche assembramento c’è davanti agli ambulatori in attesa delle visite, soprattutto per paura di perdere il posto in fila perché non c’è un criterio per l’entrata, gli operatori del Cup non sono separati nelle postazioni con il separatore plexiglas, anche perché non credo ci sia distanza di 1 metro tra una postazione e un’altra, c’è un solo pos bancomat che crea confusione e assembramento durante il pagamento, perché si viene a contatto con altri pazienti in attesa, i distributori di amuchina sono rari, la segnaletica di entrata e uscita ancora non è presente ovunque.
Ricordo che gli ospedali sono luoghi pubblici, che in primis devono rispettare le norme di sicurezza, e sono anche luoghi dove è più facile la trasmissione dei virus. Sono la nostra ancora di salvezza, anche grazie a tutto il nostro personale medico e infermieristico non secondo a nessuno, ma deve essere messo in condizione di lavorare bene.
Ricordo che è di questi giorni la notizia di un focolaio al S.Raffaele a Roma. Vogliamo chiudere anche i nostri di ospedali?
Com’è possibile che dopo tutto quello che è successo nelle nostre cittadine ancora ci siano questi deficit così banali? Com’è possibile che altri uffici pubblici e privati, attività commerciali, si siano conformati alla legge, e il nostro ospedale ancora no? È una situazione paradossale e pericolosa. Fiduciosa di un Suo pronto intervento, porgo cordiali saluti”.
Lettera firmata