Ad una settimana dalla fine lockdown i cittadini di Anzio Nettuno, Velletri, Colleferro ed Anagni hanno aderito ad una delle prime mobilitazione drive-in cittadine contro i tagli della sanità pubblica. A lanciare l’idea del Flashmob lo scorso 10 maggio, il giorno della festa della mamma, tre giornaliste del Litorale Natascia e Romina Malizia e Linda Di Benedetto. L’idea è nata per dare voce alle centinaia di mamme che dal 19 marzo non hanno più un punto nascite dove recarsi. Difatti per l’emergenza covid l’Asl Rm 6, ha chiuso il reparto di Ostetricia e Ginecologia degli Ospedali Riuniti di Anzio e Nettuno che era stata già scongiurata a settembre grazie ad un tam tam mediatico. Mentre in questa occasione sono stati chiusi i punti nascita di Anzio e Velletri, che fanno riferimento ad un bacino di utenza di oltre 150mila abitanti. Nonostante sia stata annunciata la riapertura dei reparti dal senatore Astorre segretario politico regionale del Pd, non sono state fornite date a cui fare fede. Anzio non dispone di pediatri ed il concorso per le assunzioni non è stato ancora sbloccato, nonostante che con l’apprestarsi della stagione estiva l’utenza raddoppi. Presenti il sindaco Candido De Angelis per Anzio e il vice sindaco Alessandro Mauro per Nettuno ed alcuni rappresentanti di vari schieramenti politici.Velletri invece dispone delle figure professionali richieste ma continua a restare chiuso. Sulla scia di questi disservizi oltre 200 cittadini e anche il personale medico infermieristico sono scesi questa mattina alle ore 12 nel parcheggio degli ospedali Riuniti ed hanno suonato il clacson contro la chiusura dei reparti. Motociclisti, mamme, striscioni e palloncini in un unico appello per far valere il loro diritto di nascere nell’ospedale del mare e soprattutto di poter curare i loro figli che ora sono costrette a portare ad Ariccia in un ospedale per metà covid o ad Aprilia in una casa di cura privata accreditata, ma che non ha la pediatria. Stessa istantanea nel parcheggio dell’ospedale Colombo di Velletri. Un’ostetrica ed un’infermiera hanno coordinato il flashmob. Ad unirsi al coro anche Colleferro ed Anagni in un giro di rotatoria con dei cartelli attaccati alle loro auto, hanno fatto da cassa all’evento chiedendo per i 5 comuni Dell’Asl Rm 5, una risonanza magnetica che purtroppo manca. Si chiude così questa domenica che ha visto protagonisti i cittadini che si sono mobilitati per far valere i loro diritti. Noi organizzatrici siamo felici della grande partecipazione e delle rete virtuosa che ha unito più comuni. Nelle prossime settimane sentiremo delle mamme di Albano e Terracina. Grazie a tutti dell’adesione ed un grande applauso a tutte le mamme, gli operatori sanitari, le forze dell’ordine che hanno vigilato ed i cittadini presenti. La pandemia a quanto sempre ha rafforzato questi territori, che hanno capito che la salute è un diritto fondamentale, che non può più subire rinvii.
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