“Ora che sono passate alcune ore dagli accadimenti di ieri abbiamo deciso di fare chiarezza circa il nostro operato perché riteniamo necessario rendere pubblici il nostro intento ed il nostro modo di agire.
Per primi, sabato notte, siamo venuti a conoscenza in via ufficiosa del fatto che circa cinquanta persone extracomunitarie sarebbero state trasferite, su ordine della Prefettura, nel centro di accoglienza di via Sele a causa della chiusura di un centro di accoglienza della Capitale. Ci risultava fin da subito che il trasferimento fosse motivato dalla presenza di una persona positiva al coronavirus, che era stata poi portata in isolamento. Consapevoli della gravità della notizia, preoccupati della salute di questi ragazzi, degli operatori del centro, dei nostri concittadini e del rischio sociale di una informazione non ponderata, senza badare a nessuna logica di consenso, abbiamo mantenuto la massima discrezione e ci siamo messi immediatamente in contatto col primo cittadino, che successivamente alla nostra segnalazione ha trovato conferme ufficiali, per trovare soluzioni concrete senza fare allarmismi. La mattina dopo siamo stati convocati in Comune insieme a tutti i consiglieri di maggioranza e abbiamo proposto alcune soluzioni semplici, chiare e di buon senso: i tamponi per tutti prima di occupare il centro di accoglienza e un presidio militare per attivare comunque una quarantena sorvegliata a garanzia della salute di tutti.
Nel frattempo la maggioranza in modo sconsiderato usciva con una nota stampa allarmistica creando panico tra la gente mentre si cercava di operare responsabilmente su più fronti per risolvere il problema senza creare caos. Fortunatamente le soluzioni che avevamo prospettato non si sono rese necessarie grazie soprattutto alla preziosa mediazione dei nostri referenti politici della Regione Lazio, che abbiamo in parallelo sollecitato. Stesso intervento sappiamo essere stato fatto da alcune forze politiche della maggioranza con senso di responsabilità e senza protagonismi di sorta.
Nel pomeriggio mentre quindi si era impegnati a fare pressioni politiche e a suscitare un’attenzione delle istituzioni sovracomunali contro una misura incomprensibile della Prefettura, abbiamo visto sui social ciò che non ci saremmo mai aspettati di vedere: una nutrita schiera di assessori e consiglieri comunali di maggioranza (Forza Italia, Alleanza Nettunese e Nettuno si muove) in parata davanti al centro di via Sele mentre si stava formando un massiccio assembramento che ha richiesto la presenza di diversi mezzi della polizia che erano impegnati su altri fronti ben più utili. Si è trattato di una autentica follia che poteva determinare un pericoloso e concreto aumento del contagio. Quell’assembramento poteva concretizzare un rischio maggiore di quello rappresentato dal trasferimento stesso. Non era quello il modo e il momento delle proteste in piazza e chi le ha istigate o solamente avallate, o non si è reso conto della situazione epidemiologica di Nettuno, o ha giocato sulla salute delle persone per fare del consenso elettorale che puzza tanto di razzismo strisciante. Siamo stanchi di capipopolo improvvisati, di gente che dice di voler tutelare la salute delle persone e poi la mette a repentaglio per sfilare con una stelletta sul petto: le istituzioni sono una cosa seria e meritano una consapevolezza e una ponderazione diverse. Possiamo comprendere il nervosismo e la paura dei cittadini, ma non possiamo comprendere la irresponsabilità di chi è chiamato all’alto ruolo di governare una città.
Ci chiediamo a che titolo i consiglieri comunali e gli assessori stavano presidiando la sede di via Sele. Nessuno ci venga a raccontare la barzelletta del controllo della idoneità della struttura: non spetta alla politica quella funzione e sicuramente non serve una pattuglia così ampia di politici che per di più non ha nemmeno le competenze professionali necessarie.
A tutto questo si aggiunge la tracotanza di chi oggi sui social pensa di aver sventato il trasferimento con la sua “minacciosa” presenza fisica. Non è così! È sbagliato lasciare credere che una protesta fatta in modi forsennati e rischiosi per tutti, possa sortire un risultato. Il Sindaco in occasione dell’incontro tenuto pochi minuti prima al Comune, ci aveva garantito davanti a tutti che non condivideva nessuna linea di protesta e che aborriva solo l’idea di una mobilitazione di persone. Noi continuiamo ad essere disponibili a collaborare, ma il Sindaco deve dimostrarsi politicamente in grado di mantenere la parola presa: se poi non tiene più le redini di alcuni gruppi politici della sua Amministrazione, non si può chiedere a noi di collaborare con dei cavalli sciolti. Ci aspettiamo che il Sindaco faccia immediatamente luce su quanto accaduto e pretendiamo che assessori e consiglieri si attengano per primi al rispetto di quella Legge che, forse inconsapevolmente, rappresentano”.
Così in una nota stampa i consiglieri di opposizione Antonio Taurelli, Waldemaro Marchiafava, Roberto Alicandri e Marco Federici.