“Il Comune di Anzio viene “penalizzato” nello stanziamento dei fondi per le opere pubbliche da parte di altri Enti superiori? No, occorre fare un po’ di chiarezza, perché più volte questa amministrazione ha usato lo scaricabarile con altri Enti, gridando quasi al complotto”. Lo scrive il consigliere comunale di opposizione Luca Brignone in una nota stampa. “L’ultimo episodio è quello relativo agli oltre 4 milioni non ottenuti da Anzio per opere pubbliche inserite nel programma triennale: 4 interventi, tutti di pochissimo al di sotto del milione di euro per ovviare alla necessità di effettuare la progettazione preliminare, relativi al Paradiso sul Mare, ad opere di fognatura e opere per la mitigazione del rischio idrogeologico. Dispiace veramente che Anzio non abbia ottenuto al momento i finanziamenti, perché sono tutte opere importanti, ma bisogna spiegare come sono andate le cose anziché alludere a motivazioni politiche (ricordo il sindaco in consiglio comunale dire “con questo Governo questi finanziamenti non li otterremo mai”) o a “normative assurde”. La normativa “assurda” in questione è il comma 145 art.1 della legge n.45 del 30 dicembre 2018, ovvero la legge di stabilità varata dal governo Conte 1, con la Lega in maggioranza e Salvini vice premier per intenderci, il quale stabilisce che: “qualora l’entità delle richieste pervenute superi l’ammontare delle risorse disponibili, l’attribuzione è effettuata a favore degli enti che presentano la minore incidenza del risultato di amministrazione, al netto della quota accantonata, rispetto alle entrate finali di competenza, ascrivibili ai titoli 1, 2, 3, 4 e 5 dello schema di bilancio previsto dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, risultanti dai rendiconti della gestione del penultimo esercizio precedente a quello di riferimento”. Al di là del colore politico del governo che ha varato tale normativa, onestà intellettuale impone di dire che così assurda non è (anche se sarebbe stato preferibile intrecciare anche altri criteri): alcuni Comuni, con ponti e viadotti pericolanti, scuole posizionate in zone a fortissimo rischio idrogeologico ecc., per diversi motivi (speso fisiologici, dovuti allo spopolamento delle aree interne del Paese) non hanno alcuna possibilità di investimento: si aiuta chi ne ha più bisogno e urgenza. L’Amministrazione invece di scaricare la responsabilità su altri si rimbocchi le maniche: è da poco uscito un bando regionale che stanzia fino a 3 milioni di euro a Comuni o raggruppamento di Comuni per interventi rivolti allo sviluppo economico e alla sostenibilità ambientale (DGR n.1015 del 27/12/2019). Speriamo questa volta non si dimentichi come ha fatto ad aprile, non inserendo né il Paradiso sul mare, né la Villa di Nerone nella “rete regionale delle dimore storiche”.