Home Politica Ospedale a rischio i dati della Asl che nascondo disagi e inefficenze

Ospedale a rischio i dati della Asl che nascondo disagi e inefficenze

A prendere la parola nel consiglio comunale congiunto di oggi ad Anzio sul tema della Sanità e dell’Ospedale del Litorale, subito dopo i Sindaci, anche il Senatore dell’Udc Antonio Saccone. “Questo consiglio comunale congiunto – ha detto – è un segno tangibile di sensibilità per la cittadinanza. La politica deve essere al fianco dei cittadini e non può chiudere gli occhi. Con profondo rammarico non vedo esponenti della giunta regionale del Lazio. Chiudere un ospedale significa chiudere una intera città. Centralizzare i servizi ad Albano è un dispendio di soldi e un’abbassamento della qualità della vita dei cittadini del litorale”.

Hanno voluto far sentire il sostegno al territorio, come già avvenuto nelle sedi regionali, i consiglieri regionali Aurigemma e Corrotti. “Oggi siamo qui – ha detto Aurigemma – per supportare e di genere un punto di riferimento di questa zona. Siamo qui per ascoltare il cronoprogramma delle assunzioni perché un Ospedale vive se c’è personale medico e finché non ci saranno bandi vivremo sempre con attività spot che manterranno l’emergenza all’ospedale Riuniti. Vogliamo sapere se c’è volontà di investire in questa struttura e se gli impegni assunti su attrezzature saranno mantenuti altrimenti sarà un ospedale che verrà chiuso dai cittadini che non riterranno utile e convenirne andare in questa struttura”. Durissimo Aurigemma nella replica al discorso di Mostarda, che con rammarico faceva presente di non essere riuscito in due anni a far acquistare un macchinario da 70mila euro. “Se questi sono i tempi – ha detto – per spendere i 3 milioni promessi ci vorranno 200 anni”.

Dopo questi interventi è iniziato il dibattito in Consiglio con tutti i consiglieri di Anzio e Nettuno che hanno presentato a Mostarda le criticità che vive il Riuniti e, soprattutto, l’inaccettabilità di un ulteriore depotenziamento che ha tanto l’aria di un lento e inesorabile smembramento che porterà, alla fine, alla chiusura.

Quindi è stata la volta del direttore generale della Asl Rom6 Mostarda che ha portato all’attenzione dell’assise i numeri degli ultimi tre anni che evidenziano come l’Ospedale Riuniti rientri negli standard minimi di una crisi che ha investito l’intero settore della sanità pubblica, specialmente quello della Asl Roma 6 commissariata da oltre 10 anni. Dati che a molti sono sembrati decisamente più positivi della realtà che si vive ogni giorno ad Anzio e Nettuno.

“Questo è il clima giusto per un confronto sano – ha detto Mostarda –  io non sono la controparte. Vengo pagato e tanto per gestire 1 miliardo di euro di soldi pubblici e non prendo alla leggera il mio ruolo. Stiamo cercando di contenere le criticità anche con soluzioni non convenzionali. La situazione del Riuniti merita senz’altro di essere maggiormente attenzionata, ma voglio chiarire subito che non ho avuto nessun mandato e non sarebbe mai mia intenzione chiudere l’ospedale di Anzio. Ho cercato di efficientare i costi che la politica ha pianificato. Il numero professionisti in perdita, ma il numero di personale è di 526 operatori al 31 agosto 2019. Numero importante anche se non ideale. Siamo stati sempre dentro lo standard minimo”. Ma a quanto pare lo standard minimo non è adeguato a poter definire minimamente soddisfacente il servizio neanche a fronte dell’impegno evidente del personale locale.
“Per quanto riguarda il punto nascita di Anzio abbiamo ricevuto tutte risposte negative dagli scorrimenti delle graduatorie esistenti a partire dal maggio 2018. Con la mobilità nazionale siamo riusciti alla fine a procedere con l’assunzione di due pediatri nella Asl è uno è stato dislocato ad Anzio a cui si è aggiunta la sottoscrizione di convenzione con bambino Gesù valida per un anno. Il Cronoporgramma dei concorsi – ha proseguito Mostarda – prevede otto procedure concorsuali in tre Asl (4-5-6). Entro fine anno i bandi saranno pubblicati. Priorità assoluta è stata data a neonatologi, pediatri per cui saranno banditi 8 posizioni divise equamente tra le due figure professionali. Seconda priorità sono ginecologici e ostetriche con due concorsi da 6 posti ciascuno. Per venire incontro alle esigenze del punto nascite di Anzio stiamo lavorando d una soluzione innovativa come “l’ agenda unica” per la partoanalgesia epidurale. Se una donna di Anzio vuole un parto indolore lo potrà chiedere all’ambulatorio di Anzio e non dovrà essere la donna a spostarsi da sola, ma sarà l’ azienda che si farà carico del trasferimento all’ospedale dei Castelli.
In più dal 1 ottobre torneranno 36 posti letto in chirurgia generale”. Mostarda in nessun momento ha ritenuto che l’attuale situazione dell’Ospedale di Anzio sia collegata ad una carenza di capacità manageriale nel gestire il servizio sanitario locale, costoso e inadeguato, in cui non si riesce a prevedere la possibilità di garantire l’epidurale alle mamme di Anzio ma se ne prevede il ‘trasporto’ in altra struttura sanitaria.

Le risposte di Mostarda non hanno convinto il consiglio con tutti i membri dell’assise che hanno mantenuto posizioni ferocemente critiche in un coro unanime in cui si faceva notare come i numeri e le ‘promesse’ non corrispondessero neanche in minima parte alla realtà.

Tra i più critici il consigliere regionale Antonello Aurigemma. “Penso di aver sbagliato consiglio comunale – ha detto – da questi numeri sembra vada tutto bene, ma non si è data una risposta vera alle domande poste. Manca innanzitutto un piano del fabbisogno e senza quello non si può capire di quanto personale effettivamente serve al Riuniti. Non ci interessano i concorsi per tutta la Asl. Per quello che riguarda i posti letto sono 124 solo sulla carta, ma non effettivamente ad Anzio e bastare andarlo a visitare per rendersene conto. La Capacità di fornire dati reali sarebbe opportuna. Oltre il 60 % dei pazienti in Pronto Soccorso  vengono trasferiti in altre strutture perché manca personale e mancano posti letto ed è questa la verità”. Il Pronto soccorso di Anzio ha accessi record rispetto ai castelli, anche con una bronchite una persona anziana è costretta a farsi portare in un’altro ospedale con costi notevolissimi e disagi per le famiglie. Una gestione assurda dell’Ospedale in danno ai residenti del territorio, spesso costretti a cercare soluzioni alternative o private. Poco si è ottenuto oggi interministeriale di rassicurazioni dal dottor mostarda che molti vogliono in partenza dalla asp per il mese di novembre. La Regione Lazio ha preferito essere assente. La battaglia del territorio per l’Ospedale deve spostarsi su altri tavoli se davvero si vogliono ottenere per il litorale dei servizi decenti.

La battaglia per la sopravvivenza del Riuniti è aperta, questo consiglio comunale congiunto può essere considerato solo l’inizio di un percorso lungo in cui i Sindaci di Anzio e Nettuno dovranno schierarsi in prima linea per rappresentare le richieste dei cittadini del Litorale che vogliono un ospedale adeguato al territorio a cui potersi rivolgere con fiducia.