“Nettuno è oramai una città in crisi profonda. E la crisi ha investito la politica, l’economia, le famiglie, mettendo un’opzione anche sul futuro dei nostri figli. Se non si taglia alle radici l’attuale intreccio tra politica ed “interessi di pochi”, l’impresa di restituire alla politica una qualche traccia di nobiltà è da considerarsi fallita in partenza, perché la potenza del “denaro” è irresistibile”. Lo scrivono in un comunicato stampa Giulio Verdolino, ex assessore alle Attività produttive della giunta Chiavetta, Danilo Conversi e Gianluca Marcoccio, soci fondatori di Città futura. “Senza un taglio netto, di metodo, con le pratiche politiche e con gli stili attuali – aggiungono – il meccanismo infernale della delegittimazione istituzionale andrà avanti. Non ci riteniamo antipolitici, ma denunciamo la crisi della politica rappresentativa e dei partiti. A Nettuno, come in Italia, occorre riscrivere le regole della democrazia, aprirne le porte, abolire la concentrazione di potere e di privilegi dei rappresentanti. Per arrivare a questo, abbiamo bisogno della cittadinanza attiva che abbia la volontà di partecipazione, di riprendere in mano il bandolo del discorso pubblico. Città Futura non è un partito politico, è un’associazione, un luogo di dibattito, un tavolo di studio aperto a tutti i cittadini di qualsiasi estrazione politica e sociale, accomunati da scopi “pratici” comuni come il “Fututo della nostra città”. La struttura di Città Futura non è piramidale ma confederale, senza capi carismatici e leader, ma con un coordinamento a rotazione. Al posto di narcisismo, furbizia, rivalità, interesse personale abbiamo deciso di mettere impegno civile, empatia, cura delle relazioni. Come cittadini di Nettuno – dicono ancora – sentiamo l’esigenza di riappropriarci di ciò che è comune: non solo beni, ma anche processi. La democrazia deve allargarsi, occorrono nuove forme di coinvolgimento dei cittadini, una oculata gestione dei beni comuni, coinvolgere la società civile che interagisce, in piena autonomia, con una sfera politica che si apre alla cittadinanza invece di chiudersi come un riccio. Intendiamo dar vita a uno strumento costituzionale di partecipazione della cittadinanza alla vita della città. Vogliamo essere l’Associazione che dà una forma organizzata alla domanda di quella parte di cittadini che, instancabilmente, chiede di essere coinvolta nelle scelte politiche. Dobbiamo trovare la forza per portare avanti una vera rivoluzione culturale fatta di trasparenza e responsabilità. Questo progetto di sperimentazione politica – concludono – nasce da un gruppo di cittadini impegnati attivamente accomunati dalla voglia di apportare una ventata di cambiamenti alla situazione politica e amministrativa degenerante e stagnante”.