Ieri mattina il sindaco dimissionario di Nettuno, Alessio Chiavetta, secondo indiscrezioni avrebbe fatto visita al Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. I consiglieri di centrodestra, invece, nel pomeriggio, sono stati ricevuti, infine, non dal Prefetto ma dalla sua vice, Clara Vaccaro. Claudio Dell’Uomo, Carlo Eufemi, Rodolfo Turano, Ernesto Flamini, Maria Antonietta Caponi, Ilaria De Santis, Alessandro Cesarini ed Enrica Vaccari, hanno fatto presente la situazione della politica locale. Oltre alle motivazioni che hanno portato all’occupazione, quindi la mancanza di confronto sulle dimissioni e sull’attuale crisi, si è discusso anche di quelle che sono le emergenze cittadine e di quelle che sono state rappresentate come irregolarità amministrative, dalla situazione del parcheggione di piazzale Berlinguer, i cui lavori tardano a vedere la luce, dalla convenzione tra il comune e la Parkroi (che secondo indiscrezioni avrebbe inviato all’amministrazione comunale una lettera di messa in mora per il mancato avvio dei lavori, legati alla lievitazione dei costi del progetto), fino al bando per il posizionamento dei numeri civici che, i consiglieri Turano e Dell’Uomo, in commissione trasparenza, hanno fatto presente essere frutto di un iter “irrituale” e “opaco”. Il Vice prefetto ha detto loro che la situazione di Nettuno è monitorata dalla Prefettura, compresi i progetti e i bandi segnalati dai consiglieri di opposizione, su cui, pare, sono state già effettuate delle segnalazioni per verificare la regolarità dei procedimenti. Il Vice prefetto, infine, ha fatto presente di essere in contatto con il Segretario generale dell’ente e che approfondirà le tematiche che sono state segnalate. A quanto pare, la scelta di avviare un dialogo con il vice Prefetto piuttosto che con Giuseppe Pecoraro, è stata dettata dal fatto che proprio Pecoraro a breve lascerà il suo incarico. Tra l’altro l’opposizione, proprio con il vice Prefetto, ha chiarito un punto su cui si discuteva da giorni: cioè l’effettiva data di inizio del conteggio dei venti giorni dalle dimissioni del Sindaco. A quanto pare a valere non è la data del consiglio ma quella del protocollo delle dimissioni. Chiavetta, per rivedere la sua decisione di “mollare”, ha tempo fino al 24 marzo.