Il Dirigente Sajeva sulla Divina provvidenza: “Amareggiato dalle reazioni”
Il Dirigente ai Lavori pubblici del Comune di Nettuno Benedetto Sajeva, che ha firmato l’ordinanza di sgombero della Ex Divina provvidenza, spiega al nostro giornale la sua posizione rispetto agli atti che hanno portato a tensioni e polemiche fortissime tra le realtà Associative e l’Amministrazione comunale.
“Sono amareggiato per le polemiche che si stanno portando avanti sulla situazione della Ex Divina provvidenza – spiega – in un Paese in cui dopo ogni crollo, ferimento, disagio, incidente sul lavoro si punta il dito contro i tecnici e i dirigenti che non avevano controllato, oggi ci si chiedeva di chiudere un occhio su una situazione di evidente pericolo. Non è convinzione del Comune o di questo ufficio che il palazzo stia crollando, ma siamo certi che ci sono rischi concreti per chi lo frequenta. Le Associazioni che alzano la voce e oggi vogliono restare in questi locali insicuri se domani qualcuno si facesse male chiederebbero risarcimenti milionari a questa Amministrazione che ne pagherebbe le conseguenze per anni. Per quello che mi riguarda ritengo che la situazione dei vetri e degli infissi esterni che danno su via Menni sia molto pericolosa, per questo la strada è chiusa ed è stato disposto il transennamento. Riusciremo ad aprire di nuovo al traffico quando i rischi saranno ridotti al minimo. Anche oggi, durante il montaggio delle transenne gli operai hanno trovati vetri per terra. Il tetto dell’Edificio è pericolante e ondeggia ad ogni vibrazione, ma non sono questi gli unici problemi. All’interno ci sono due lucernai che non si sa come sono ancora in piedi, i corrimano sono vecchi e fatiscenti, le scale non sono praticabili, i muri in più punti perdono intonaco, l’impianto elettrico non è a norma, non c’è un piano di fuga e neanche l’antincendio. Il palazzo, tra l’altro, non è custodito e questo crea ulteriori motivi di rischio. Chiunque può entrare e, non visto, raggiungere punti pericolosi. Per quello che mi riguarda nessuno deve entrare nell’Edificio così come prevede l’ordinanza e men che meno i bambini che fanno catechismo o i loro genitori. Anche se la Chiesa ha rifatto il tetto ed è sicura tutte le pertinenze vicine non sono a mio avviso agibili e devono restare chiuse. Questo provvedimento è stato preso nell’interesse di chi frequentava il palazzo che deve essere reso sicuro e messo a norma”.